DUBBY DUB
Rock’n’roll head
Attivo da ben 10 anni, tra pause, cambi di formazione e vicissitudini varie, il sound dei Ferraresi 'Dubby Dub Music' torna oggi a gridare le sue voglie con un album che è un omaggio al Rock più grezzo e graffiante, di derivazione Indie e PostGrunge. Le influenze che si percepiscono vanno ad attingere dalla tradizione del miglior Rock chitarristico (rumorista e non), con strizzate d'occhio ai vari maestri del genere: Sonic Youth e Nirvana tanto per citare i più blasonati, ma anche qualche eco di Iggy and the Stooges ('In-coming disaster') e a mio avviso anche Rival Schools ('I'm Ok'). L'impressione che si ha ascoltando le tracce è quella di assaporare un revival ben definito, con suoni e metodi in linea con una tipologia di suono già conosciuta e qui riproposta in maniera fedele (forse anche troppo) e ineccepibile. La voce lamentosa del cantante, a tratti riconducibile ai Black Flag (periodo Keith Morris) il sound sporco e noisy delle chitarre e la presenza essenziale della componente ritmica, donano comunque un forte apporto a tutto il disco, che sia sul piano tecnico (produzione, suoni, arrangiamento) che su quello artistico potrà essere apprezzato senza problemi da varie fasce di ascoltatori, anche non necessariamente Indie oriented...
VOTO: 65/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 14/07/11
GENERE: grunge/indie
SITO WEB: www.myspace.com/dubbydubmusic
RECENSORE: Cristiano Poli
Rock’n’roll head
Attivo da ben 10 anni, tra pause, cambi di formazione e vicissitudini varie, il sound dei Ferraresi 'Dubby Dub Music' torna oggi a gridare le sue voglie con un album che è un omaggio al Rock più grezzo e graffiante, di derivazione Indie e PostGrunge. Le influenze che si percepiscono vanno ad attingere dalla tradizione del miglior Rock chitarristico (rumorista e non), con strizzate d'occhio ai vari maestri del genere: Sonic Youth e Nirvana tanto per citare i più blasonati, ma anche qualche eco di Iggy and the Stooges ('In-coming disaster') e a mio avviso anche Rival Schools ('I'm Ok'). L'impressione che si ha ascoltando le tracce è quella di assaporare un revival ben definito, con suoni e metodi in linea con una tipologia di suono già conosciuta e qui riproposta in maniera fedele (forse anche troppo) e ineccepibile. La voce lamentosa del cantante, a tratti riconducibile ai Black Flag (periodo Keith Morris) il sound sporco e noisy delle chitarre e la presenza essenziale della componente ritmica, donano comunque un forte apporto a tutto il disco, che sia sul piano tecnico (produzione, suoni, arrangiamento) che su quello artistico potrà essere apprezzato senza problemi da varie fasce di ascoltatori, anche non necessariamente Indie oriented...
VOTO: 65/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 14/07/11
GENERE: grunge/indie
SITO WEB: www.myspace.com/dubbydubmusic
RECENSORE: Cristiano Poli
This is your new blog post. Click here and start typing, or drag in elements from the top bar.