1) Ciao ragazzi e benvenuti su Undergroundzine……cominciamo con le presentazioni. Parlateci un po di voi.
Siamo una giovane band formatasi nel 2003 quando eravamo adolescenti, dopo un brevissimo periodo di cover abbiamo iniziato a registrare diversi demotape e a portare in giro dal vivo la nostra musica, dal 2006 ad oggi, tra diversi avvicendamenti e cambi di line up, abbiamo pubblicato qualche Ep. Partecipato a diverse compilation di rilievo e pubblicato tre album.
2) Come mai avete scelto questo nome Ghostchildren?
Il nome nasce da un brano degli Smashing Pumpkins “the glass and the ghost children” (nella traccia è scritto staccato) anche dopo i vari cambi di line up e il passaggio al cantato in italiano gli altri della formazione mi spinsero comunque a proseguire con lo stesso nome anche perché la gavetta che avevamo fatto aveva già catalizzato una cerchia di pubblico e ci sembrava una scelta poco consona ricominciare da zero con un altro progetto.
3) Come nascono le vostre canzoni?Nasce prima il testo o la parte musicale??
Non seguiamo un metodo ben preciso cerchiamo una sempre una certa libertà espressiva e perciò non poniamo “paletti” o delle regole al nostro processo creativo. Posso scrive un testo e poi trasformarlo in un cantato aggiungendoci una melodia e poi inserire l’arrangiamento, a volte è capitato di partire addirittura da un groove di batteria magari con un tempo particolare con risultati piuttosto sorprendenti.
4) Quali sono le vostre influenze musicali?
Sono le più disparate, la musica occupa all’incirca il 90% delle nostre vite, quindi non c’è mai un non-ascolto di musica, forse farei prima a dirti ciò che non ci influenza. Ultimamente sto riscoprendo un po’ di cantautori come Rino Gaetano o Franco Battiato, sto ascoltando un po’ di progetti “sperimentali” come “ uncode duello” o gli “A short apnea”.
5) Ho potuto ascoltare il vostro ultimo disco “il divo” disco ricco di contaminazioni musicali, raccontateci un po’ del vostro lavoro…
È il disco della maturità, nonostante fossi rimasto solo senza il resto della band. Musicalmente è finalmente un disco libero, con New Delhi Grand Hotel ci avevamo un po’ provato e alcune cose erano già piuttosto interessanti, è un buon disco a mio parere, ma nei miei ricordi rimane il tentativo per arrivare a “il divo”. È un disco assolutamente libero proprio perché, a causa ella dipartita degli altri, per la sua realizzazione avevo incamerato molta rabbia e disperazione che nel disco un po’ si sente e per certi versi è anche un bene( per l’album in sé), di conseguenza ho cercato di mettere in atto tutte quelle che potevano essere le mie fantasie sonore, e farlo con spontaneità con forza e con un adeguato “trasporto”, e ricordo molto bene l’entusiasmo di alcuni collaboratori di cui mi sono avvalso durante la fase di missaggio e per la registrazione di alcune tracce di basso.
6) Avete difficoltà a suonare dal vivo? La vostra zona offre locali?
In linea di massima non abbiamo grandi difficoltà, fa quasi sorridere ma i problemi maggiori per suonare dal vivo sono stati alcuni i cambi di formazione, nell’ ultimo anno e mezzo.
7) Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Preparare qualche giro per l’Italia e suonare il più possibile dal vivo ora che la formazione ha finito il rodaggio e la promozione del disco ha ottenuto ottime risposte.
Ringrazio molto i Ghostchildren, l’ultima parola la lascio a voi…
Vista la mia logorrea è un grave leggerezza lasciarmi l’ultima parola (che potrebbe durare dalle dieci alle trecento pagine) mi limiterò a ringraziarti e a salutare i lettori di Undergroundznine
Siamo una giovane band formatasi nel 2003 quando eravamo adolescenti, dopo un brevissimo periodo di cover abbiamo iniziato a registrare diversi demotape e a portare in giro dal vivo la nostra musica, dal 2006 ad oggi, tra diversi avvicendamenti e cambi di line up, abbiamo pubblicato qualche Ep. Partecipato a diverse compilation di rilievo e pubblicato tre album.
2) Come mai avete scelto questo nome Ghostchildren?
Il nome nasce da un brano degli Smashing Pumpkins “the glass and the ghost children” (nella traccia è scritto staccato) anche dopo i vari cambi di line up e il passaggio al cantato in italiano gli altri della formazione mi spinsero comunque a proseguire con lo stesso nome anche perché la gavetta che avevamo fatto aveva già catalizzato una cerchia di pubblico e ci sembrava una scelta poco consona ricominciare da zero con un altro progetto.
3) Come nascono le vostre canzoni?Nasce prima il testo o la parte musicale??
Non seguiamo un metodo ben preciso cerchiamo una sempre una certa libertà espressiva e perciò non poniamo “paletti” o delle regole al nostro processo creativo. Posso scrive un testo e poi trasformarlo in un cantato aggiungendoci una melodia e poi inserire l’arrangiamento, a volte è capitato di partire addirittura da un groove di batteria magari con un tempo particolare con risultati piuttosto sorprendenti.
4) Quali sono le vostre influenze musicali?
Sono le più disparate, la musica occupa all’incirca il 90% delle nostre vite, quindi non c’è mai un non-ascolto di musica, forse farei prima a dirti ciò che non ci influenza. Ultimamente sto riscoprendo un po’ di cantautori come Rino Gaetano o Franco Battiato, sto ascoltando un po’ di progetti “sperimentali” come “ uncode duello” o gli “A short apnea”.
5) Ho potuto ascoltare il vostro ultimo disco “il divo” disco ricco di contaminazioni musicali, raccontateci un po’ del vostro lavoro…
È il disco della maturità, nonostante fossi rimasto solo senza il resto della band. Musicalmente è finalmente un disco libero, con New Delhi Grand Hotel ci avevamo un po’ provato e alcune cose erano già piuttosto interessanti, è un buon disco a mio parere, ma nei miei ricordi rimane il tentativo per arrivare a “il divo”. È un disco assolutamente libero proprio perché, a causa ella dipartita degli altri, per la sua realizzazione avevo incamerato molta rabbia e disperazione che nel disco un po’ si sente e per certi versi è anche un bene( per l’album in sé), di conseguenza ho cercato di mettere in atto tutte quelle che potevano essere le mie fantasie sonore, e farlo con spontaneità con forza e con un adeguato “trasporto”, e ricordo molto bene l’entusiasmo di alcuni collaboratori di cui mi sono avvalso durante la fase di missaggio e per la registrazione di alcune tracce di basso.
6) Avete difficoltà a suonare dal vivo? La vostra zona offre locali?
In linea di massima non abbiamo grandi difficoltà, fa quasi sorridere ma i problemi maggiori per suonare dal vivo sono stati alcuni i cambi di formazione, nell’ ultimo anno e mezzo.
7) Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Preparare qualche giro per l’Italia e suonare il più possibile dal vivo ora che la formazione ha finito il rodaggio e la promozione del disco ha ottenuto ottime risposte.
Ringrazio molto i Ghostchildren, l’ultima parola la lascio a voi…
Vista la mia logorrea è un grave leggerezza lasciarmi l’ultima parola (che potrebbe durare dalle dieci alle trecento pagine) mi limiterò a ringraziarti e a salutare i lettori di Undergroundznine