KLL
Black Covers White
Dopo 10 anni di carriera alle spalle e 3 Demo incisi ossia: Kill (2002) – Psycho (2004) – Morbid (2007) i Trentini KLL finalmente riesco a stipulare un contratto (tramite Alkemist Fanatix Europe) con la Lost Sound Rec ed incidere il loro primo full lenght intitolato BLACK COVERS WHITE. Il sound è d’impatto e ben equilibrato, complice anche il lavoro eseguito dietro la console e la preparazione tecnica dei musicisti del gruppo. Musicalmente parlando ci troviamo davanti ad un Thrash modernizzato, influenzato anche da uno dose Hardcore, pieno di groove e suonato bene. Invece a livello di liriche se non ho capito male trattasi di un concept album riguardante l’animo umano. Tutte le canzoni scorrono abbastanza piacevolmente e ciascuna di essa possiede un tocco di ignoranza sonora che si sprigiona maggiormente nelle parti stoppate e quelle più cadenzate, bisogna anche dire che il combo da Trento non si getta mai in tempi super tirati, ma preferisce rimane su lidi oppressivi e grevi anche se qualche sfuriata in più non guasterebbe per niente. A livello compositivo potrei azzardare l’avvicinamento ad un Mix tra gli Slayer degli ultimi anni, Machine Head & Hatebreed, giusto per rendere più chiara l’idea in linea
di massima.
Come contorno i chitarristi tessono una tela di armonici artificiali e note vibranti, per creare quel tocco di atmosfera sospesa, in più riescono a creare dei riffs interessanti e sufficientemente melodici, specialmente nelle parti aperte, con qualche riferimento al metal anni 90’ (non si rifanno al vecchio Thrash datato della decade prima) fortunatamente non si cimentano i vorticosi e lunghi soli ma cercano l’immediatezza per riuscire a spaccare le pietre.
Questa era la parte più positiva che volevo mettere in luce di questo CD.
Purtroppo oltre ai pregi del songwritting personalmente ho trovato anche dei difetti annessi, ad esempio per quanto possano essere dinamiche le canzoni la poca versatilità del cantato (che penso sia una scelta volontaria) e la lunga durata media dei brani (sempre a mio avviso) tende a rendere un pochino piatto l’ ascolto già alla seconda volta, forse nel caso di un Ep o Mcd le cose sarebbero state migliore. Comunque non voglio assolutamente smontare in lavoro fatto dai KLL perché penso che le canzone riescano a sforare la sufficienza piena e che il gruppo ha le carte in tavola per crescere maggiormente e pretendere qualcosa di più…
Track-list:
1. The First Breath
2. The Key
3. Esuba
4. Day By Day
5. Hidden Prison
6. Black Covers White
7. Blind No More
8. Obscured Light
9. I'm Not
10. Last Dream...
11. ... Of Your Black Spirit
VOTO: 65/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 09/08/11
GENERE: thrash metal
SITO WEB: www.myspace.com/kllstaff
RECENSORE: Chrisplakkaggiohc
Black Covers White
Dopo 10 anni di carriera alle spalle e 3 Demo incisi ossia: Kill (2002) – Psycho (2004) – Morbid (2007) i Trentini KLL finalmente riesco a stipulare un contratto (tramite Alkemist Fanatix Europe) con la Lost Sound Rec ed incidere il loro primo full lenght intitolato BLACK COVERS WHITE. Il sound è d’impatto e ben equilibrato, complice anche il lavoro eseguito dietro la console e la preparazione tecnica dei musicisti del gruppo. Musicalmente parlando ci troviamo davanti ad un Thrash modernizzato, influenzato anche da uno dose Hardcore, pieno di groove e suonato bene. Invece a livello di liriche se non ho capito male trattasi di un concept album riguardante l’animo umano. Tutte le canzoni scorrono abbastanza piacevolmente e ciascuna di essa possiede un tocco di ignoranza sonora che si sprigiona maggiormente nelle parti stoppate e quelle più cadenzate, bisogna anche dire che il combo da Trento non si getta mai in tempi super tirati, ma preferisce rimane su lidi oppressivi e grevi anche se qualche sfuriata in più non guasterebbe per niente. A livello compositivo potrei azzardare l’avvicinamento ad un Mix tra gli Slayer degli ultimi anni, Machine Head & Hatebreed, giusto per rendere più chiara l’idea in linea
di massima.
Come contorno i chitarristi tessono una tela di armonici artificiali e note vibranti, per creare quel tocco di atmosfera sospesa, in più riescono a creare dei riffs interessanti e sufficientemente melodici, specialmente nelle parti aperte, con qualche riferimento al metal anni 90’ (non si rifanno al vecchio Thrash datato della decade prima) fortunatamente non si cimentano i vorticosi e lunghi soli ma cercano l’immediatezza per riuscire a spaccare le pietre.
Questa era la parte più positiva che volevo mettere in luce di questo CD.
Purtroppo oltre ai pregi del songwritting personalmente ho trovato anche dei difetti annessi, ad esempio per quanto possano essere dinamiche le canzoni la poca versatilità del cantato (che penso sia una scelta volontaria) e la lunga durata media dei brani (sempre a mio avviso) tende a rendere un pochino piatto l’ ascolto già alla seconda volta, forse nel caso di un Ep o Mcd le cose sarebbero state migliore. Comunque non voglio assolutamente smontare in lavoro fatto dai KLL perché penso che le canzone riescano a sforare la sufficienza piena e che il gruppo ha le carte in tavola per crescere maggiormente e pretendere qualcosa di più…
Track-list:
1. The First Breath
2. The Key
3. Esuba
4. Day By Day
5. Hidden Prison
6. Black Covers White
7. Blind No More
8. Obscured Light
9. I'm Not
10. Last Dream...
11. ... Of Your Black Spirit
VOTO: 65/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 09/08/11
GENERE: thrash metal
SITO WEB: www.myspace.com/kllstaff
RECENSORE: Chrisplakkaggiohc
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