GUARDA IL TEASER
http://www.youtube.com/watch?v=KZj47Gf62jE&feature=youtu.be
ASCOLTA L'ALBUM
http://dreamingorillarecords.is/wordpress/?page_id=561
LA CANZONE
Il testo mi è stato sollecitato dall'aver trovato, una mattina, nel vestibolo del condominio dove abito, i resti di un giaciglio notturno per nulla comodo e dignitoso. Qualcuno aveva dormito e se ne era andato in fretta e furia. Quei resti apparivano come un diorama, una finestra aperta in grado di raccontare qualcosa di quella persona. Il racconto e la narrazione si sono generati dal silenzio e dai gesti reiterati e ripetitivi di una quotidianità che non ha parole.
IL VIDEO
Il video è stato concepito e realizzato da Sara Barozzi (già regista di "Secolo") e si compone di due approcci: uno emotivo e uno d'impatto. Da una parte c'è un uomo con i suoi gesti reiterati e un'evidente fatica fisica, dall'altra ci sono delle rovine urbane e l'assenza di spiegazioni. Il video non dà risposte ma genera continue domande, creando un forte coinvolgimento ed empatia.
SECOLO
"Secolo" è riflessione su un tempo che non dà prospettive nè vie d'uscita, non è accomodante nè piacevole e non si fa domare. Non chiede comprensione e non cerca empatia, si vuol far subire in un'immobilità totale e inspiegabile. Fluisce e gradualmente si arresta costringendo chi lo vive a sostare in una condizione dolorosa che non offre orizzonti e non concede cambiamenti. "Secolo" è una montagna che stratifica epoche e attimi già trascorsi (che mai apparterranno all'uomo perchè non spiegabili con una semplice vita); è una presenza ostile che non concede nessun confronto.
Ecco, è in mezzo a tutto ciò che pulsa il cuore dei personaggi e il loro tentativo di riattivare e dettare un ritmo agli eventi in grado di dare soluzione e sollievo. Ma è un movimento interno destinato a collassare perchè inconciliabile con l'immutabilità del fuori. Quindi resta l'uomo e restano i suoi gesti disperati e ripetitivi, ultimi baluardi di resistenza e sovversione che acquistano potenza e ritualità diventando strumenti di consapevolezza e conoscenza. In questo sforzo affiorano frammenti, parti di sè, verità nuove, visioni riappacificanti.
Questo è "Secolo", secondo capitolo de La Nevicata Dell'85 composto da 8 pezzi che vedono rafforzata la volontà nel continuare a spingere sull'approccio emozionale. Rimane obiettivo prioritario quello di evocare e coinvolgere chi ascolta, dipingendo scenari e costruendo immagini sonore. Consolidato e personale risulta l'utilizzo di continue tensioni interne che risolvono in drastici cambi di dinamica. Strumentalmente, al fine di ottenere soluzioni compositive nuove, trova posto una seconda chitarra. Il sound si apre e diventa, allo stesso tempo, arioso, compatto, materico e scuro. Si infittisce musicalmente il dialogo fra strumenti in una persistente ricerca di equilibri e fratture. Si passa da pezzi meditativi ad altri più ruvidi e monolitici. In mezzo a tutto ciò, c'è una voce che sussurra, parla, urla e che governa le diverse anime dell'album. Una voce che a suo modo, evoca e racconta la complessità di "Secolo". (Ivan Cortesi)
BIOGRAFIA
La Nevicata Dell'85 nasce nel 2009 come progetto musicale composto da Ivan Cortesi (parole, voce, chitarra) e da Andrea Ardigò (batteria, pad). Inizialmente i due sviluppano l'idea di un combo strumentale dove i pezzi si muovono su vigorosi e repentini cambi di dinamica/atmosfera: la calma è rallentata e dilatata, cadenzata e apparente, portatrice di un'invisibile tensione che sfocia in addominali escursioni rumoriste. Sono brani che sfidano il tempo e il suo scorrere. Colonne sonore di un osservatore muto.
In pochi mesi si costituisce parte dello scheletro del progetto e matura la volontà e la necessità di protendersi e superare i limiti della formazione a due: si aggiunge alla formazione Davide Catoggio (basso e chitarra). Insieme all'ampliamento della formazione si fa spazio la necessità di allargare anche gli orizzonti sonori: alla parte strumentale si aggiunge un cantato (prevalentemente voce parlata e urlata) che vuole essere il corpo e il fiato dei luoghi propri, evocazione di Bergamo, delle sue periferie e della sua provincia, dei ricordi.
Nel 2011 esce il disco omonimo "La Nevicata Dell'85" (Fumaio Records): dieci pezzi che solcano atmosfere post-rock, noise e ambient. Canzoni che forzano la rotta, insistendo in strutture e traiettorie ora scandite da parole e ora abbandonate a sè e al proprio lento disvelarsi. Il disco riceve ampi consensi da parte della critica specializzata e permette alla band di intensificare in maniera sostanziale l'attività live. Nonostante ciò, già dall'anno successivo la band si rinchiude nuovamente in studio per mettere mano a quelle che saranno le tracce del successivo lavoro, "Secolo".