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THE INSANE STAGE - moon

4/6/2011

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THE INSANE STAGE
mood


I “The Insane Stage” rispolverano le più classiche sonorità degli anni 80. 
La band si formano nell'estate del 2009 e “Mood” è il loro primo album.
Quello che colpisce subito di questo album è il sound aggressivo che sale in cattedra a suon di distorsione a livello 10. Cori e Riff pazzeschi tipo il brano “Sky High” (a mio avviso il più bello,ma l'ultimo giudizio va ai fan). Sicuramente si sente il power metal dei kiss e l'hard rock degli Acdc con una puntina di Glam. Il termine giusto potrebbe essere hard & heavy. 
Girando qua e la nei vari locali di Roma di questo genere musicale se ne sente a iosa, ma mai di questo livello. Che non sia però un complimento rivolto a frenare la fantasia della band,tutt'altro (piccolo consiglio da chitarrista,ogni tanto la chitarra solista lasciatela decollare come Van hallen insegna). Il mondo hard & heavy è, per quanto riguarda in Italia, una piccola Eldorado. Gli Stage stanno sulla strada giusta per riscoprire l'oro che questo genere di musica ha da offrire,e ha già offerto, a un popolo che adorava i Kiss di inizio anni 80. Ormai si sa la parola originale nel mondo del rock non esiste. All'ascolto di alcuni brani degli stage si sente,forse anche troppo in certe canzoni,alcuni accordi che ricordano molto sonorità già sentite. Ma daltronde se rivogliamo il vero rock metal in Italia dobbiamo accontentarci,siamo solo agli inizi. Eldorado è sempre più vicina... 

VOTO: 70/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 06/04/11
GENERE: rock
SITO WEB: www.myspace.com/theinsanestage 
 RECENSORE: Gian Luca Sbaraglia


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MYLAND - light of a new day

4/6/2011

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MYLAND

Light of a new day

Light Of A New Day è il secondo album dei Myland, se escludiamo il primo lavoro autoprodotta. Il combo milanese ci propone un hard rock melodico e orecchiabile, puro e semplice. Nella biografia si può leggere come nelle influenze di Paolo Morbidi, batterista e fondatore del progetto (a suo tempo attivo negli Eva, Exilia e Brunorock’s), abbiano un ruolo preponderante Journey, Foreigner e Toto.  Nulla di nuovo sotto il sole a livello di stile insomma: il lavoro analizzato segue fedelmente il tracciato dei mostri sacri del genere senza eccessivi picchi di personalità. La qualità del prodotto è comunque insindacabile a partire dall’artwork della copertina e del booklet, si sa che la prima impressione vale molto e dunque la presentazione di una produzione passa anche di qui. Parlando più nello specifico della musica, la registrazione si rivela molto curata in termini di qualità: un sound cristallino e bilanciato, ogni strumento viene valorizzato a dovere e niente passa in secondo piano. A livello di arrangiamenti siamo come detto nel pieno della scia dell’hard rock più orecchiabile dove hanno un peso preponderante le partiture di tastiera laddove si intrecciano ai riff di chitarra. Le parti ritmiche sono essenziali e asciutte, non muovere la testa a tempo è difficile. Così come è difficile non intuire e lasciarsi coinvolgere dalla struttura dei cori e dei ritornelli, che già alla seconda mandata possono essere cantati anche da chi ascolta il disco per la prima volta. Purtroppo però, almeno ad avviso di chi scrive, il lavoro tende a suonare troppo ripetitivo e lineare seppur nei termini di qualità soprariportati. In particolare è difficile trovare elementi differenziali tra i vari brani: non ce n’è uno che risalti veramente sopra gli altri e, soprattutto per chi è avvezzo a questo genere di proposta musicale, il tutto rischia di suonare come già sentito. Non posso però non rilevare ad esempio quanto possa essere commovente un pezzo come In You Eyes, per quanto appunto ipersomigliante alle più classiche delle ballad rock. Allo stesso modo brani dal piglio decisamente più hard come la conclusiva Stand Up Tonight e Never Stop Screaming Rock risultano estremamente coinvolgenti nel loro ritornello, un discorso simile può essere fatto per la successiva e più groovy Hey You. A farla breve consiglio caldamente questo gruppo agli appassionati di AOR e rock melodico più intransigenti, certo che sapranno apprezzare questo buon prodotto. Per chi invece si aspetta dal rock non dico qualcosa di innovativo (cosa a mio avviso quantomeno impossibile) ma che almeno non suoni eccessivamente simile a qualcosa di già sentito, beh, è meglio rivolgere l’attenzione altrove.

Tracklist: Living In The Magic / Love Hurts So Bad / Never Care For The Future / Flying Higher / In Your Eyes / Dancing In The Moonlight / Never Stop Screaming Rock / Hey You / Shattered Dreams / Fire Burn Desire / Wherever You Go / Stand Up Tonight.

 

VOTO: 77/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 06/04/11
GENERE: hard rock
SITO WEB: www.myspace.com/mylandrock 
 RECENSORE: doc.NEMO


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BIG GUNS - between pleasure and addiction

4/4/2011

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BIG GUNS
Between pleasure and addiction



Nati alla fine del 2005 esclusivamente come tribute band agli SKID ROW nei BIG GUNS dopo qualche anno di assidua attività live nel 2008 c'è un importante cambio di line. Nel Giugno del 2009 viene registrato un EP intitolato “White Trash e nel frattempo la band continua a macinare chilometri da un locale italiano all'altro ed a suonare assieme a formazioni del calibro di Motorhead,Crashdiet e Crazy Lixx. All'inizio del 2010 dopo uno stop forzato a causa di un incidente che interessa il cantante, la band si rimbocca le maniche e nasce così "Between Pleasure and Addiction" primo Full-Length. 
Entriamo quindi nelle Big guns : musicalmente Between Pleasure and Addiction è un valido cd che rende omaggio al rock e metal easy listening tipico degli anni 80 e i primi anni 90. Nel complesso i Big guns fanno in modo di mixare a dovere sia le loro influenze che le loro idee spiazzando chi si sarebbe aspettato un classico hard rock: nelle canzoni che ci presentano abbiamo un mix esplosivo di souther rock, blues, sleasy rock, un pizzichino di heavy che non guasta mai e del punk rock qua e la rendendo il tutto molto interessante e gestendo il groove dei vari pezzi a dovere senza avere dei cali eccessivi o dei picchi altrettanto eccessivi. Produzione, mixaggio e arrangiamento molto ben equilibrati anche se forse avrei puntato per la batteria a sonorità più anni ottanta e meno attuali.
Le tracce più significative sono“The virtute of the sick” che ricorda vagamente i Cinderella di Heartbreack station e la title track dell’album che ricorda vagamente i Warrant; “Wasted” invece ricorda a pieno gli skid row del periodo Subhuman race quindi granitica ed incazzata quanto basta, “Prisoner of my way” ballad molto intensa che odora di Mötley Crüe ed infine un altro tributo al rock and roll d’oltre oceano è fatto con “Next Tuesday” estremamente sleazy.
Unico dubbio è l’utilità di “Dyughaland”, traccia di un minuto che poteva essere tranquillamente inserito come intro di “Between pleasure and addiction” e non come canzone a se stante ma in ogni caso l’album scorre piacevolmente e l’ascoltatore non potrà fare a meno di sentire un moto irrefrenabile di agitarsi e ballare sulle note di questo “Between pleasure and addiction”: un poderoso tuffo nel passato MA targato 2010.
La band ha le carte in regola per poter sfondare anche se, come si dice in questi casi, sarebbe stato meglio “nascere” dieci o quindici anni prima.



VOTO: 75/100

PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 05/04/11

GENERE: heavy rock

SITO WEB: www.myspace.com/biggunsfanblog RECENSORE: Alessandro Schümperlin


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FANGO - nel buio

4/4/2011

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FANGO
Nel buio


 
Oggi parliamo dei Fango e del loro disco “nel Buio” un disco contenente 12 tracce di  intensa ferocia Grunge e derivati, un disco che per 41 minuti non da attimi di riposo… ma sapete una cosa? Sta bene! Ci sta terribilmente e stràfottutamente bene! Mi giro intorno e trovo sempre i soliti cd,il solito, la noia della musica alternative… Qui invece ascolto bene i sentimenti  di questi ragazzi, e percepisco altrettanto bene la voglia di girare l’amplificatore per chitarra verso il muro e tirarlo giù nota dopo nota!  Sporchi, incazzati, anche se tutto ciò gli è costato essere parecchio imprecisi durante le riprese …(sono seriamente convinto che live questi ragazzi abbattono davvero i muri) di certo il prodotto avrebbe potuto aspirare a risultati molto più alti se non per colpa della scarsa qualità della registrazione.. chitarre che entrano in ritardo e con volumi palesemente a picco.. in parte colpa di chi ha missato i brani (70%) e in parte colpa della band (30%) che avrebbe potuto prestare più attenzione sia nel modo di suonare.. che nella fase di missaggio  e post (un peccato veramente).

Ma questo non deve scoraggiare i ragazzi che anche se in modo del tutto acerbo riescono a trascinarmi in un vortice di rabbia animata da quello che una volta veniva definito “Seattle sound” e dai deserti frequentati  dai primissimi Kyuss... Spero che le mie parole siano state di aiuto ai lettori che questa non è la solita band.

 

VOTO: 65/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 04/04/11
GENERE: rock
SITO WEB: www.myspace.com/fangorock 
RECENSORE: Mr.Wood violent-stonerhand


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FAMME FATALE - fading night sounds

4/4/2011

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FAMME FATALE
Fading night sounds


 “Famme Fatale” termine francese traducibile in “donna fatale” , se non il titolo di una celebre canzone dei  Velvet Underground o il nome di una band Emergente italiana proveniente da Alessandria , è proprio di questi ultimi che oggi parleremo,  e del loro nuovo Ep“Fading night sounds”. Il disco si presenta in  una deliziosa confezione digipack a sfondo blue e linee viola. Inserisco il disco nell’impianto, e noto subito un’ottima qualità di registrazione e per qualche istante mi tornano alla mente i tempi di  “the colour and the shape” dei Foo Fighters , sicuramente con meno virtuosismi alla batteria che nell’Ep in questione si mantiene piuttosto lineare, ma non per questo un Fading night sounds è Ep carente di emozioni, anzi , Il disco suona di canzone in canzone con estrema rapidità,noto che le musiche hanno ottimi arrangiamenti al punto da riascoltarlo più volte.

 Nei successivi ascolti oltre alle belle melodie di cui vi sussurravo poco fa,  nasce in me il dovere di fare  una piccola critica alla band per quanto riguarda i suoni delle chitarre, un pò troppo secchi per i miei gusti e che si ripetono per tutto l’Ep, In fine posso dire che c’è ancora del lavoro da fare, ma che è valsa sicuramente la pena ascoltare la musica dei Famme Fatale.

 
VOTO: 65/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 04/04/11
GENERE: rock
SITO WEB: www.myspace.com/ouilafemmefatale 
RECENSORE: Mr.Wood violent-stonerhand


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VITI DI TITANIO - giro di vite

4/4/2011

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VITI DI TITANIO
Il giro di vite

 
PRIMA DI INIZIARE VI VOGLIO FARVI PARTECIPI DI UNA MIA IMPRESSIONE (SBAGLIATA): DAL NOME DEL GRUPPO NONCHè DAL NOME DELL'ALBUM MI ASPETTAVO UNA BAND PUNK ED INVECE è TUTT'ALTRA GENERE. DELLA SERIE: RIPROVA, SARAI PIU' FORTUNATO. VA BEH A PARTE QUESTA MIA "DISAVVENTURA" DELLA SERIE "L'ABITO NON FA IL MONACO", INIZIO CON LA RECENSIONE DELLA BAND NAPOLETANA "VITI DI TITANIO" NATA DA UN'IDEA DEI FRATELLI MARCELLO E MAURIZIO VITALE RISPETTIVAMENTE VOCE/CHITARRA E BATTERIA/PERCUSSIONE/SYNTH.LE INFLUENZE SONO RICONDUCIBILI A BAND NON PROPRIAMENTE SOLARI COME Nick Cave and the Bad Seeds, Dirty Three, Einstuerzende Neubauten MA ANCHE CCCP E QUALCOSA DEI MARLENE KUNTZ PIU' SCURI. LA PRIMA TRACCIA "CALCE SPENTA" è UNA CANZONE CON CHIARE INFLUENZE CCCP E NICK CAVE PREGNA DI UN'ATMOSFERA DECADENTE, "NAGUINE" MI RICORDA QUALCOSA DEL PRIMO PERIODO DARK CON UN CANTATO CHE è PIU' QUASI UN PARLATO ED è SORRETTA DA UNA BATTERIA PERFETTA PER LA SOLUZIONE RITMICA SCELTA, "BAMBOLA DI PORCELLANA" AFFONDA IL PROPRIO SPIRITO NEI MARLENE KUNTZ PIU' INTROSPETTIVI CREANDO UNA SENSAZIONE DI ESTREMA PESANTEZZA A LIVELLO SPIRITUALE NONCHè DI ABBANDONO TOTALE QUASI COME SE L'OBLIO CULLASSE IL MALCAPITATO IN UNA ETERNA NINNA NANNA DALLA QUALE NON CI SI Può SOTTRARRE Nè SCAPPARE, "GIRO DI VITE" è UNA CANZONE TENDENTE PIU' AL ROCK ALTERNATIVO TRASVERSALE DI SCUOLA AMERICANA FILTRATA CON TIPICA SENSIBILITà ITALIANA, "AMARA TERRA MIA" è UN OMAGGIO AL GRANDE DOMENICO MODUGNO E A TUTTI I MIGRANTI CHE ABBANDONANDO L'ITALIA HAN PORTATO NEGLI ALTRI PAESI LA LORO CULTURA, TESTO E MUSICA MOLTO CUPA.


VOTO: 70/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 04/04/11
GENERE: rock/dark
SITO WEB: www.myspace.com/titaniumsoundfactory 
 RECENSORE: Lidel


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