BLUSEADDIRUSE
bluseaddiruse
Immaginate di entrare in un quartiere popolare napoletano che pulluli di musica. Non solo tradizione e folklore, ma anche soul, blues, rock, e tutte quelle matrici sonore che stanno alla radice di queste. La sensazione che si ha ascoltando il primo LP targato Bluesaddiruse è più o meno questa. Un progetto che ha radice nel 2004 e che si propone di far incontrare le musica cosiddetta nera con quella della tradizione napoletana, sulla scorta di un movimento culturale e musicale detto Neapolitan Power che a partire dagli anni ’60 ha portato a un’esportazione e a una rielaborazione del sound blues, rhythm’n’blues e soul nel contesto campano. Potremmo dire che gli scugnizzi e figli degli afroamericani emarginati passeggino mano nella mano in questo filone sottoculturale, simboleggiando una vicinanza non solo musicale e ritmica ma anche di storia e di costume. In entrambi i casi abbiamo a che fare con figure di emarginati e di stigmatizzati che ancora oggi si trovano a lottare spesso e volentieri contro luoghi comuni e schemi mentali tutt’altro che celebrativi. Un tentativo, se si vuole, di allargare però anche gli orizzonti di una musica forse anche troppo tradizionale. Dare un respiro più ampio e diversificato a un patrimonio musicale già di per sé ricco e permettere, allo stesso tempo, di aprire una finestra ulteriore sulla tradizione musicale partenopea. Nelle undici tracce che compongono il lavoro dei Bluesaddiruse troverete una fitta trama ritmica, come è giusto che sia visti i riferimenti alla musica nera. Ruolo non indifferente è ricoperto dalla voce principale che, senza timore di pronunciare blasfemia, ricorda a tratti quella rauca ma commovente e passionale di Louis Armstrong. Ovviamente ascolterete per lo più testi in dialetto o comunque in un italiano dialettale, sottolineando così l’attaccamento comunque forte alla tradizione che non rischia così di perdersi in un calderone di influenze. Si possono cogliere qua e là in alcuni pezzi citazioni dalle varie influenze dei nostri. È quella dei Bluesaddiruse una realtà da tenere in debita considerazione per un rilancio della musica italiana che non sia smunto pop da classifica o cantautorato popolare che si appoggia sulle vecchie glorie in maniera facilona. Leggo dalla loro pagina facebook che proprio il 27 ottobre presenteranno alla FNAC di Napoli il loro lavoro. Speriamo di poter trovare conferma, nel futuro, delle buone impressioni che ci hanno lasciato.
VOTO: 84/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 19/10/11
GENERE: bluse/rock
SITO WEB: www.myspace.com/bluseaddiruse
RECENSORE: doc. NEMO
bluseaddiruse
Immaginate di entrare in un quartiere popolare napoletano che pulluli di musica. Non solo tradizione e folklore, ma anche soul, blues, rock, e tutte quelle matrici sonore che stanno alla radice di queste. La sensazione che si ha ascoltando il primo LP targato Bluesaddiruse è più o meno questa. Un progetto che ha radice nel 2004 e che si propone di far incontrare le musica cosiddetta nera con quella della tradizione napoletana, sulla scorta di un movimento culturale e musicale detto Neapolitan Power che a partire dagli anni ’60 ha portato a un’esportazione e a una rielaborazione del sound blues, rhythm’n’blues e soul nel contesto campano. Potremmo dire che gli scugnizzi e figli degli afroamericani emarginati passeggino mano nella mano in questo filone sottoculturale, simboleggiando una vicinanza non solo musicale e ritmica ma anche di storia e di costume. In entrambi i casi abbiamo a che fare con figure di emarginati e di stigmatizzati che ancora oggi si trovano a lottare spesso e volentieri contro luoghi comuni e schemi mentali tutt’altro che celebrativi. Un tentativo, se si vuole, di allargare però anche gli orizzonti di una musica forse anche troppo tradizionale. Dare un respiro più ampio e diversificato a un patrimonio musicale già di per sé ricco e permettere, allo stesso tempo, di aprire una finestra ulteriore sulla tradizione musicale partenopea. Nelle undici tracce che compongono il lavoro dei Bluesaddiruse troverete una fitta trama ritmica, come è giusto che sia visti i riferimenti alla musica nera. Ruolo non indifferente è ricoperto dalla voce principale che, senza timore di pronunciare blasfemia, ricorda a tratti quella rauca ma commovente e passionale di Louis Armstrong. Ovviamente ascolterete per lo più testi in dialetto o comunque in un italiano dialettale, sottolineando così l’attaccamento comunque forte alla tradizione che non rischia così di perdersi in un calderone di influenze. Si possono cogliere qua e là in alcuni pezzi citazioni dalle varie influenze dei nostri. È quella dei Bluesaddiruse una realtà da tenere in debita considerazione per un rilancio della musica italiana che non sia smunto pop da classifica o cantautorato popolare che si appoggia sulle vecchie glorie in maniera facilona. Leggo dalla loro pagina facebook che proprio il 27 ottobre presenteranno alla FNAC di Napoli il loro lavoro. Speriamo di poter trovare conferma, nel futuro, delle buone impressioni che ci hanno lasciato.
VOTO: 84/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 19/10/11
GENERE: bluse/rock
SITO WEB: www.myspace.com/bluseaddiruse
RECENSORE: doc. NEMO
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