BRUNO BAVOTA
Il pozzo d’amor
Recensire un disco come “Il pozzo d’amor” di Bruno Davota significa chiudere gli occhi e lasciarsi andare alle emozioni cercando, per quanto possibile, di descriverle. Dodici brani che rappresentano dodici poesie senza testo, dove le note sono le rime ed i sentimenti rappresentano le metafore. Un disco che si ascolta con immenso piacere, sia in auto che in casa in compagnia di un bicchiere di whisky. “La danza delle Stelle”, arricchita da un soave violoncello, trasporta l’animo in universi paralleli dove la pace dei sensi può essere facilmente ritrovata o abbandonata, molto dipende dall’umore con cui si ascoltano i brani. “L’Abbraccio” rappresenta un connubio di rabbia e buone intenzioni con cambi di musicalità repentine e mai banali. “Respiro”, uno dei pezzi più ispirati, colpisce per la sua capacità continua di sorprendere l’ascoltatore, mentre “Il Pozzo d’Amor” rappresenta la vera chicca del disco: una favola, dove i cattivi cedono il passo ai determinati dal cuor gentile; un percorso colmo di speranza e serenità. Bruno Davota non ha nulla da invidiare a maestri come Allevi o Einaudi, possono sembrare paragoni azzardati, ma la verità è che riescono a suscitare tutti fortissime emozioni e questo li accumuna, mentre il lato tecnico musicale lo lasciamo agli esperti poiché per noi conta solo il sorriso sulle labbra che questi autori sanno suscitarci.
Bruno Bavota: pianoforte
Fabrizia Nicolosi: violoncello
Tracklist:
1 – La Danza delle Stelle
2 – La Luce nel Cuore
3 – L’Abbraccio
4 - Aldilà dei Sogni
5 – Bagliore
6 – Il Rumore delle Stelle Cadenti
7 – Il Pozzo d’Amor
8 – Respiro
9 – Gli Acrobati
10 – Lo Specchio dell’Anima
11 – Gli Occhi delle Donne
12 – Tempesta
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 21/06/11
GENERE: acustico
SITO WEB: www.myspace.com/brunobavota
RECENSORE: Marco Pesacane
Il pozzo d’amor
Recensire un disco come “Il pozzo d’amor” di Bruno Davota significa chiudere gli occhi e lasciarsi andare alle emozioni cercando, per quanto possibile, di descriverle. Dodici brani che rappresentano dodici poesie senza testo, dove le note sono le rime ed i sentimenti rappresentano le metafore. Un disco che si ascolta con immenso piacere, sia in auto che in casa in compagnia di un bicchiere di whisky. “La danza delle Stelle”, arricchita da un soave violoncello, trasporta l’animo in universi paralleli dove la pace dei sensi può essere facilmente ritrovata o abbandonata, molto dipende dall’umore con cui si ascoltano i brani. “L’Abbraccio” rappresenta un connubio di rabbia e buone intenzioni con cambi di musicalità repentine e mai banali. “Respiro”, uno dei pezzi più ispirati, colpisce per la sua capacità continua di sorprendere l’ascoltatore, mentre “Il Pozzo d’Amor” rappresenta la vera chicca del disco: una favola, dove i cattivi cedono il passo ai determinati dal cuor gentile; un percorso colmo di speranza e serenità. Bruno Davota non ha nulla da invidiare a maestri come Allevi o Einaudi, possono sembrare paragoni azzardati, ma la verità è che riescono a suscitare tutti fortissime emozioni e questo li accumuna, mentre il lato tecnico musicale lo lasciamo agli esperti poiché per noi conta solo il sorriso sulle labbra che questi autori sanno suscitarci.
Bruno Bavota: pianoforte
Fabrizia Nicolosi: violoncello
Tracklist:
1 – La Danza delle Stelle
2 – La Luce nel Cuore
3 – L’Abbraccio
4 - Aldilà dei Sogni
5 – Bagliore
6 – Il Rumore delle Stelle Cadenti
7 – Il Pozzo d’Amor
8 – Respiro
9 – Gli Acrobati
10 – Lo Specchio dell’Anima
11 – Gli Occhi delle Donne
12 – Tempesta
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 21/06/11
GENERE: acustico
SITO WEB: www.myspace.com/brunobavota
RECENSORE: Marco Pesacane
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