DICOSE
Cherries and broken ass
Tracklist: Fandong / Fhranciskina’s Song / This Thruck-0 / Ego Al Chiodo / Lucerna Tavioli / Sidewalks (You Have To Walk On The…Eh!) / Bikini Fast Drive.
Il trio noise rock DiCose giunge da Lamezia Terme ed è il risultato finale di un progetto nato nel 2008 come acustico e che è progressivamente cresciuto elettrificandosi. Il loro EP Cherries And Broken Ass può considerarsi il turning point del processo di crescita. Un tracciato interessante che trova la sua ispirazione nel rock anni ’90 soprattutto (Alice In Chains e Smashing Pumpkins) e che prende a prestito suggestioni punk hardcore, stoner e grunge. La registrazione e il mixaggio si direbbero caserecci, scarni e aguzzi. Potrebbe benissimo essere una scelta di stile, tuttavia la penalizzazione subita in termini di sound (soprattutto dalla voce) è un aspetto che va limato e gestito in modo migliore: passi la scelta lo-fi, ma anche una registrazione in questi termini vuole la sua attenzione e la sua qualità. Detto questo EP trasuda un’energia e una rabbia profondi, la resa dei pezzi è (nei limiti di qualità descritti) molto sincera ed asciutta. L’apertura arrembante di Fandong è un buon biglietto da visita: cantato gutturale e acido, linea ritmica essenziale, il basso e la chitarra che giocano nelle due strofe a riempire i vuoti, dovute concessioni ad aperture più melodiche sui ritornelli, un unico cambio di tempo in coda al secondo e al terzo di questi che spezza la continuità del pezzo al punto giusto. Più groovy ma nel complesso meno incisiva la seguente Fhranciskina’s Song e così pure This Thruck-0 dove lo sposalizio tra sound rude e concessioni all’orecchiabilità risulta poco felice. La situazione migliora con Ego Al Chiodo, pezzo in lingua italiana dove le radici punk/hardcore emergono forti e la struttura del pezzo evoca una rabbia primordiale e diretta. La traccia è però penalizzata dagli scarsi volumi della voce, che impedisce di godersi tanto il testo quanto il gioco di botta e risposta tra le parti vocali, e anche dalla messa in ombra del solo che si intuisce comunque essere azzeccato pur nella sua semplicità. La più meditata Lucerna Tavioli presenta una composizione più coerente rispetto alla altre due tracce, ancora una volta qui è la voce (peraltro effettata) che fa perdere impatto al pezzo e impedisce di apprezzarlo nella sua completezza. Discorso diverso per Sidewalks, il pezzo a mio avviso più interessante del lavoro dei DiCose, dove la scelta groovy quasi sfiora il metal più sincero e specialmente nel coinvolgente breakdown che la chiude. Rarefatta e lucidamente essenziale nel ritornello e nel bridge, la traccia è ancora una volta indebolita dalla scarsa qualità della voce e dalla scelta a mio avviso non troppo felice del binomio tra i due stili vocali (limpido e graffiato) che si procrastina per tutta la durata. A chiudere Bikini Fast Drive, un pezzo che segna la continuità col passato acustico della band e che strizza l’occhio allo stoner. Un appeal bluesy da cui trapelano suggestioni di aridità si sviluppa in una nenia dal gusto profondamente disperato.
Un EP sincero ma ancora acerbo, soprattutto in alcune scelte d’arrangiamento e nel risultato finale del sound. I DiCose sono comunque un gruppo che dimostra di avere buoni spunti e un sound abbastanza personale. Una maggiore lavoro in sede di registrazione e qualche accorgimento nella composizione di alcuni pezzi potrebbero farne una realtà interessante nel panorama rock nostrano. Vedremo gli sviluppi.
VOTO: 67/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 11/04/12
GENERE: rock
SITO WEB: http://www.myspace.com/dicose
RECENSORE: doc. NEMO
Cherries and broken ass
Tracklist: Fandong / Fhranciskina’s Song / This Thruck-0 / Ego Al Chiodo / Lucerna Tavioli / Sidewalks (You Have To Walk On The…Eh!) / Bikini Fast Drive.
Il trio noise rock DiCose giunge da Lamezia Terme ed è il risultato finale di un progetto nato nel 2008 come acustico e che è progressivamente cresciuto elettrificandosi. Il loro EP Cherries And Broken Ass può considerarsi il turning point del processo di crescita. Un tracciato interessante che trova la sua ispirazione nel rock anni ’90 soprattutto (Alice In Chains e Smashing Pumpkins) e che prende a prestito suggestioni punk hardcore, stoner e grunge. La registrazione e il mixaggio si direbbero caserecci, scarni e aguzzi. Potrebbe benissimo essere una scelta di stile, tuttavia la penalizzazione subita in termini di sound (soprattutto dalla voce) è un aspetto che va limato e gestito in modo migliore: passi la scelta lo-fi, ma anche una registrazione in questi termini vuole la sua attenzione e la sua qualità. Detto questo EP trasuda un’energia e una rabbia profondi, la resa dei pezzi è (nei limiti di qualità descritti) molto sincera ed asciutta. L’apertura arrembante di Fandong è un buon biglietto da visita: cantato gutturale e acido, linea ritmica essenziale, il basso e la chitarra che giocano nelle due strofe a riempire i vuoti, dovute concessioni ad aperture più melodiche sui ritornelli, un unico cambio di tempo in coda al secondo e al terzo di questi che spezza la continuità del pezzo al punto giusto. Più groovy ma nel complesso meno incisiva la seguente Fhranciskina’s Song e così pure This Thruck-0 dove lo sposalizio tra sound rude e concessioni all’orecchiabilità risulta poco felice. La situazione migliora con Ego Al Chiodo, pezzo in lingua italiana dove le radici punk/hardcore emergono forti e la struttura del pezzo evoca una rabbia primordiale e diretta. La traccia è però penalizzata dagli scarsi volumi della voce, che impedisce di godersi tanto il testo quanto il gioco di botta e risposta tra le parti vocali, e anche dalla messa in ombra del solo che si intuisce comunque essere azzeccato pur nella sua semplicità. La più meditata Lucerna Tavioli presenta una composizione più coerente rispetto alla altre due tracce, ancora una volta qui è la voce (peraltro effettata) che fa perdere impatto al pezzo e impedisce di apprezzarlo nella sua completezza. Discorso diverso per Sidewalks, il pezzo a mio avviso più interessante del lavoro dei DiCose, dove la scelta groovy quasi sfiora il metal più sincero e specialmente nel coinvolgente breakdown che la chiude. Rarefatta e lucidamente essenziale nel ritornello e nel bridge, la traccia è ancora una volta indebolita dalla scarsa qualità della voce e dalla scelta a mio avviso non troppo felice del binomio tra i due stili vocali (limpido e graffiato) che si procrastina per tutta la durata. A chiudere Bikini Fast Drive, un pezzo che segna la continuità col passato acustico della band e che strizza l’occhio allo stoner. Un appeal bluesy da cui trapelano suggestioni di aridità si sviluppa in una nenia dal gusto profondamente disperato.
Un EP sincero ma ancora acerbo, soprattutto in alcune scelte d’arrangiamento e nel risultato finale del sound. I DiCose sono comunque un gruppo che dimostra di avere buoni spunti e un sound abbastanza personale. Una maggiore lavoro in sede di registrazione e qualche accorgimento nella composizione di alcuni pezzi potrebbero farne una realtà interessante nel panorama rock nostrano. Vedremo gli sviluppi.
VOTO: 67/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 11/04/12
GENERE: rock
SITO WEB: http://www.myspace.com/dicose
RECENSORE: doc. NEMO