EDOARDO MENCHICCHI
Regeneration
Tracklist: Fool’s Paradise / Puppet Show / Bette Davis Eyes / You’re Welcome / Insane / Bad Luck Heroes / Between / This / Lonely Man / Woman Portrait / 70’s Whisper / Along The Line.
Il mio conterraneo (almeno a livello regionale) Edoardo Menchicchi è un vocalist rock alle prese col primo full lenght solista della sua carriera. L’impronta del lavoro è marcatamente hard’n’heavy, essenziale e rocciosa, uno sguardo sul sound anni ’70 con puntate nel rock della decade successiva (ci ho sento soprattutto Guns’n’Roses e Aerosmith) e nel blues. L’apertura è affidata a Fool’s Paradise, un pezzo che suona molto southern e in cui si possono apprezzare le qualità del chitarrista che accompagna il nostro, Simone Vinerbi. L’intero lavoro è fortemente improntato infatti sulle atmosfere disegnate dalla voce di Edoardo e sui fraseggi chitarristici, un connubio che pare assai collaudato. Dal punto di vista della sessione ritmica le strutture sono alquanto lineari, eccetto qualche sporadico cambio di tempo qua e là. Purtroppo la storia tende a essere più o meno la solita di altri gruppi con questo sound da me analizzati: il tutto tende a suonare già sentito a più riprese e questo nonostante la qualità del lavoro. In questo caso va aggiunto che, almeno a mio parere, fino alla quinta traccia non si riesce a incidere come si dovrebbe: lo sviluppo di Puppet Show non valorizza la qualità del riff introduttivo, tendendo a far perdere verve al pezzo; Bette Davis Eyes ha un sound orecchiabile ma troppo avulso da quella che sarà la linea del lavoro; infine la ballad You’re Welcome tende a essere troppo piatta e non riesce mai a imporsi completamente all’attenzione, neanche al momento dell’assolo che poteva essere risaltato maggiormente in sede di registrazione. Da Insane in poi finalmente esce fuori la vera pasta del progetto, resta da capire come mai si sia fatto attendere tanto. L’impronta più stradaiola e hard emerge con tutti i connotati del caso e finalmente si apprezzano anche certe note di personalità dei nostri (anche se, beninteso, la sensazione permane quella del “già sentito”), specialmente la grande versatilità della voce di Edoardo. Migliora anche la presenza in termini chitarristici di Simone, specialmente nell’energica Between, in Among The Line e in Lonely Man (che purtroppo pare uscita dalle sessioni scartate di Appetite For Destruction). Il lavoro potrà senza dubbio essere apprezzato da chi ama il sound rock più duro e puro, ma credo che il progetto di Edoardo Menchicchi possa puntare più in là anche perché durante l’ascolto emergono comunque spunti interessanti che meriterebbero un ulteriore sviluppo. Anche perché, anche dopo ripetuti ascolti, non c’è un pezzo rispetto agli altri che emerga per particolari qualità o che comunque riesca a piantarsi in testa. Lavorando ad arrangiamenti più personali e meno debitori a certi mostri sacri del genere si può fare molto di più. Come primo vagito può andare, attendiamo però sviluppi più convincenti.
VOTO: 74/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 25/04/11
GENERE: rock
SITO WEB: www.myspace.com/edoardomenchicchiband
RECENSORE: doc. NEMO
Regeneration
Tracklist: Fool’s Paradise / Puppet Show / Bette Davis Eyes / You’re Welcome / Insane / Bad Luck Heroes / Between / This / Lonely Man / Woman Portrait / 70’s Whisper / Along The Line.
Il mio conterraneo (almeno a livello regionale) Edoardo Menchicchi è un vocalist rock alle prese col primo full lenght solista della sua carriera. L’impronta del lavoro è marcatamente hard’n’heavy, essenziale e rocciosa, uno sguardo sul sound anni ’70 con puntate nel rock della decade successiva (ci ho sento soprattutto Guns’n’Roses e Aerosmith) e nel blues. L’apertura è affidata a Fool’s Paradise, un pezzo che suona molto southern e in cui si possono apprezzare le qualità del chitarrista che accompagna il nostro, Simone Vinerbi. L’intero lavoro è fortemente improntato infatti sulle atmosfere disegnate dalla voce di Edoardo e sui fraseggi chitarristici, un connubio che pare assai collaudato. Dal punto di vista della sessione ritmica le strutture sono alquanto lineari, eccetto qualche sporadico cambio di tempo qua e là. Purtroppo la storia tende a essere più o meno la solita di altri gruppi con questo sound da me analizzati: il tutto tende a suonare già sentito a più riprese e questo nonostante la qualità del lavoro. In questo caso va aggiunto che, almeno a mio parere, fino alla quinta traccia non si riesce a incidere come si dovrebbe: lo sviluppo di Puppet Show non valorizza la qualità del riff introduttivo, tendendo a far perdere verve al pezzo; Bette Davis Eyes ha un sound orecchiabile ma troppo avulso da quella che sarà la linea del lavoro; infine la ballad You’re Welcome tende a essere troppo piatta e non riesce mai a imporsi completamente all’attenzione, neanche al momento dell’assolo che poteva essere risaltato maggiormente in sede di registrazione. Da Insane in poi finalmente esce fuori la vera pasta del progetto, resta da capire come mai si sia fatto attendere tanto. L’impronta più stradaiola e hard emerge con tutti i connotati del caso e finalmente si apprezzano anche certe note di personalità dei nostri (anche se, beninteso, la sensazione permane quella del “già sentito”), specialmente la grande versatilità della voce di Edoardo. Migliora anche la presenza in termini chitarristici di Simone, specialmente nell’energica Between, in Among The Line e in Lonely Man (che purtroppo pare uscita dalle sessioni scartate di Appetite For Destruction). Il lavoro potrà senza dubbio essere apprezzato da chi ama il sound rock più duro e puro, ma credo che il progetto di Edoardo Menchicchi possa puntare più in là anche perché durante l’ascolto emergono comunque spunti interessanti che meriterebbero un ulteriore sviluppo. Anche perché, anche dopo ripetuti ascolti, non c’è un pezzo rispetto agli altri che emerga per particolari qualità o che comunque riesca a piantarsi in testa. Lavorando ad arrangiamenti più personali e meno debitori a certi mostri sacri del genere si può fare molto di più. Come primo vagito può andare, attendiamo però sviluppi più convincenti.
VOTO: 74/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 25/04/11
GENERE: rock
SITO WEB: www.myspace.com/edoardomenchicchiband
RECENSORE: doc. NEMO
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