HUNO
Spessi Muri di Plastica
Da Cuneo e dalle ceneri degli Hacienda nasce il progetto Huno, che si propone con questo ep di sei tracce, alla ricerca di una etichetta discografica.
Gli Huno si avvalgono altresì della collaborazione tra gli altri del poliedrico polistrumentista dei Marlene Kuntz Davide Arneodo.
La title track (spessi muri di plastica) è senza dubbio il potenziale singolo apripista per il quartetto piemontese. La canzone risalta rispetto alle altre, con la sua ritmica accattivante.
Volendo mettere in un qualche filone musicale la band, si potrebbe fantasiosamente collocarla nello stesso albergo di verdena subsonica e bluvertigo, ma in una stanza a
se stante, perchè tutto sommato nonostante le evidenti influenze mantiene una sua originalità.
E'un piacere constatare che un certo determinato filone di gruppi italiani emergenti prosegue quella linea rock che (deo gratias) si allontana dai vasco e ligabue, proponendo qualcosa di proprio, suonato con l'orange a palla e cantato con una voce
a metà tra la melodia e la rabbia, che viene dal cuore e dalla gola, senza troppi fronzoli.
Dicendo ciò però non vorrei che si pensasse ad un disco poco curato o banale, anzi.
E' già un disco pronto ad essere immesso nel mercato, pulito e di buon gusto.
Augurando ogni bene a questi ragazzi, concludo la recensione di un disco che non sarà il capolavoro del rock italiano, ma che certamente fa ben sperare, e che a mio avviso dovrebbe trovare fiducia da parte di produttori ed etichette,
perchè sono i gruppi come gli Huno ad avere potenzialmente in mano il futuro di un genere che personalmente vorrei avesse più spessore nel nostro paese.
In bocca al lupo!
VOTO: 80/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 22/01/12
GENERE: rock
SITO WEB: http://www.facebook.com/hunomusica
RECENSORE: BR1
Spessi Muri di Plastica
Da Cuneo e dalle ceneri degli Hacienda nasce il progetto Huno, che si propone con questo ep di sei tracce, alla ricerca di una etichetta discografica.
Gli Huno si avvalgono altresì della collaborazione tra gli altri del poliedrico polistrumentista dei Marlene Kuntz Davide Arneodo.
La title track (spessi muri di plastica) è senza dubbio il potenziale singolo apripista per il quartetto piemontese. La canzone risalta rispetto alle altre, con la sua ritmica accattivante.
Volendo mettere in un qualche filone musicale la band, si potrebbe fantasiosamente collocarla nello stesso albergo di verdena subsonica e bluvertigo, ma in una stanza a
se stante, perchè tutto sommato nonostante le evidenti influenze mantiene una sua originalità.
E'un piacere constatare che un certo determinato filone di gruppi italiani emergenti prosegue quella linea rock che (deo gratias) si allontana dai vasco e ligabue, proponendo qualcosa di proprio, suonato con l'orange a palla e cantato con una voce
a metà tra la melodia e la rabbia, che viene dal cuore e dalla gola, senza troppi fronzoli.
Dicendo ciò però non vorrei che si pensasse ad un disco poco curato o banale, anzi.
E' già un disco pronto ad essere immesso nel mercato, pulito e di buon gusto.
Augurando ogni bene a questi ragazzi, concludo la recensione di un disco che non sarà il capolavoro del rock italiano, ma che certamente fa ben sperare, e che a mio avviso dovrebbe trovare fiducia da parte di produttori ed etichette,
perchè sono i gruppi come gli Huno ad avere potenzialmente in mano il futuro di un genere che personalmente vorrei avesse più spessore nel nostro paese.
In bocca al lupo!
VOTO: 80/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 22/01/12
GENERE: rock
SITO WEB: http://www.facebook.com/hunomusica
RECENSORE: BR1