THE REST SIDE
The rough core of things
Il trio pugliese "The rest side" se dovessi sintetizzarlo in tre parole direi: interessante, curato e validio. Siamo di fronte ad una band che con il proprio album "The rough core of things" presenta delle sonorità perse nei primi anni novanta e quasi mai riprese. Per capirci, il gruppo riprende a piene mani sonorità e feeling di gruppi quali "Deftones", "Melvins", "Rage against the machine" e "Soundgarden". Sia chiaro che lo fa in modo autonomo e senza dover rientrare nel meccanismo della fotocopia. Il gruppo quindi presenta un lavoro di “fresca malattia” e di “gioiosa ossessione”. Si mi rendo conto di aver creato degli ossimori, ma è l’unico modo in cui possa darvi l’idea di cosa vi aspetta ascoltando i brani di questo cd.
Le parti salienti del cd sono: “Foolscap”, “Get Proud And Race”, “The Joker” e “Sot”; sono canzoni non solo accattivanti e chatcy a livello di ascolto, ma lo sono anche per l’impatto sonoro che si portano al loro interno, dimostrano oltremodo che per fare certe song e dare certe emozionalità alle partiture non c’è bisogno di avere una provenienza geografica, i ragazzi non sono Californiani o non vengono da Seattle eppure riescono ad infondere le stesse apprensioni, lo stesso disagio e la stessa rabbia di uno dei gruppi indicati poco sopra. Se vogliamo trovare una pecca in questo cd, direi che la voce non ha grossi cambi di sorta, ma resta piuttosto “fissa” in certi archetipi che, se non si è avvezzi ad ascoltarli, possono risultare piuttosto stucchevoli o creare a volte un lieve senso di noia.
A livello tecnico il lavoro si presenta assolutamente curato in tutte le sfaccettature di registrazione, post produzione e mixaggio. Nulla è lasciato al caso e di fatti siamo in presenza di un platter di tutto rispetto e assolutamente professionale. Dimostrazione che sempre più spesso i gruppi anche se non mainstream sono attenti alla produzione dei loro lavori.
Ancora una volta, l’associazione culturale Tarock vede giusto e prende sotto la sua ala protettiva un gruppo degno di nota (lo ha già fatto con altri artisti italiani, vi invito a cercare l’associazione e a “scovare” gli altri artisti), potenziando così il ruolo della Puglia nel nostro panorama musicale, consiglio di supportare realtà di questo tipo.
VOTO: 75/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 22/01/12
GENERE: grunge indie
SITO WEB: www.myspace.com/therestside
RECENSORE: Alessandro Schümperlin
The rough core of things
Il trio pugliese "The rest side" se dovessi sintetizzarlo in tre parole direi: interessante, curato e validio. Siamo di fronte ad una band che con il proprio album "The rough core of things" presenta delle sonorità perse nei primi anni novanta e quasi mai riprese. Per capirci, il gruppo riprende a piene mani sonorità e feeling di gruppi quali "Deftones", "Melvins", "Rage against the machine" e "Soundgarden". Sia chiaro che lo fa in modo autonomo e senza dover rientrare nel meccanismo della fotocopia. Il gruppo quindi presenta un lavoro di “fresca malattia” e di “gioiosa ossessione”. Si mi rendo conto di aver creato degli ossimori, ma è l’unico modo in cui possa darvi l’idea di cosa vi aspetta ascoltando i brani di questo cd.
Le parti salienti del cd sono: “Foolscap”, “Get Proud And Race”, “The Joker” e “Sot”; sono canzoni non solo accattivanti e chatcy a livello di ascolto, ma lo sono anche per l’impatto sonoro che si portano al loro interno, dimostrano oltremodo che per fare certe song e dare certe emozionalità alle partiture non c’è bisogno di avere una provenienza geografica, i ragazzi non sono Californiani o non vengono da Seattle eppure riescono ad infondere le stesse apprensioni, lo stesso disagio e la stessa rabbia di uno dei gruppi indicati poco sopra. Se vogliamo trovare una pecca in questo cd, direi che la voce non ha grossi cambi di sorta, ma resta piuttosto “fissa” in certi archetipi che, se non si è avvezzi ad ascoltarli, possono risultare piuttosto stucchevoli o creare a volte un lieve senso di noia.
A livello tecnico il lavoro si presenta assolutamente curato in tutte le sfaccettature di registrazione, post produzione e mixaggio. Nulla è lasciato al caso e di fatti siamo in presenza di un platter di tutto rispetto e assolutamente professionale. Dimostrazione che sempre più spesso i gruppi anche se non mainstream sono attenti alla produzione dei loro lavori.
Ancora una volta, l’associazione culturale Tarock vede giusto e prende sotto la sua ala protettiva un gruppo degno di nota (lo ha già fatto con altri artisti italiani, vi invito a cercare l’associazione e a “scovare” gli altri artisti), potenziando così il ruolo della Puglia nel nostro panorama musicale, consiglio di supportare realtà di questo tipo.
VOTO: 75/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 22/01/12
GENERE: grunge indie
SITO WEB: www.myspace.com/therestside
RECENSORE: Alessandro Schümperlin