WHEELS OF FIRE
Hollywood rocks
I Wheels of fire con questo Hollywood rocks hanno centrato il colpo, presentano un portentoso album di musica tipicamente fine anni 80 riattualizzando i suoni e gli arrangiamenti, senza perdere ne di originalità ne di appeal con le sonorità che vogliono ricreare con questo Hollywood rocks. Se dovessi a tutti i costi trovare delle similitudini con gruppi famosi del passato avrei da dire: Europe, Skid row, Poison e Def leppard; questi ultimi più per gli arrangiamenti che per altro.
Il platter è composto da tredici canzoni di altissimo livello emozionale e di intensità non da tutti. Ripeto sono stati in grado con queste tredici canzoni di riportare l’ascoltatore a fine anni ottanta, accompagnandolo per mano e riportandolo a quel periodo senza dover minimamente traumatizzarlo con registrazioni approssimate o riff già stra sentiti. Nota di precisione, sono dodici tracce, più la tredicesima che è una versione acustica di una delle dodici, fatta appositamente per il mercato nipponico.
Oggettivamente faccio molta fatica a trovare la-le canzoni che sono più rappresentative di altre o quelle che più spiccano dal cd, possiamo dire con tranquillità e senza alcuna falsa interpretazione, che questo Hollywood rocks è da considerarsi un insieme di singoli ben riusciti, in ongi caso se dovessi dare un’indicazione su quali potrebbero esserre le canzoni da ascoltare per avere un’idea di chi sono i wheels off ire direi: "You’re so cool" (che ricorda vagamente girls girls girls dei Motley crue forse per l’uso del rumore di moto), la title track "Hollywood rocks", "Everywhere I go", "I can’t live without you" e "Little prayer" (questa sia in versione “normale” che quella acustica).
Come ho detto in inizio recensione, album molto azzeccato, curato in ogni minimo dettaglio, senza alcuna sbavatura di sorta. Registrazioni ottime, arrangiamenti azzeccati, cori molto catchy e di rinforzo alla voce sempre ad un livello esecutivo molto alto. Interessanti anche le parti di pianoforte nelle ballads e nei passaggi più melodici. Batteria che ne soffoca ne resta in secondo piano, forse se si vuole a tutti i costi trovare il famoso “pelo nell’uovo” avrei dato un timbro diverso alla batteria e in "Everywhere I go" avrei evitato il finale con quel suono alla tastiera che e troppo “power metal” e che stona un filinino. Le chitarre e il basso chiudono il quadro con una bellissima “cornice” e che fa risaltare tutto al meglio. Di certo una bellissima colonna sonora per un viaggio lungo e/o per momenti teneri con la propria ragazza. Ovviamente è il top per i nostalgici del periodo Glam e AOR, ma non solo.
Acquisto consigliatissimo e azzeccato per tutti i palati, anche quelli non abituati a sonorità “heavy” o per chi è uso ascoltare solo metal estremo. Possiamo dire con tutta tranquillità che è un album per tutte le stagioni. Aggiungo un augurio per i Wheels of fire a continuare con questo modus operandi, ma con un’accortezza il rischio di cadere nel “già sentito” è dietro l’angolo specie con la scelta di genere come la loro. Attendiamo quindi il prossimo lavoro per avere la riprova di un percorso molto interessante per il gruppo.
VOTO: 85/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 10/10/11
GENERE: AOR
SITO WEB: http://www.wheels-of-fire.com/
RECENSORE: Alessandro Schumperlin
Hollywood rocks
I Wheels of fire con questo Hollywood rocks hanno centrato il colpo, presentano un portentoso album di musica tipicamente fine anni 80 riattualizzando i suoni e gli arrangiamenti, senza perdere ne di originalità ne di appeal con le sonorità che vogliono ricreare con questo Hollywood rocks. Se dovessi a tutti i costi trovare delle similitudini con gruppi famosi del passato avrei da dire: Europe, Skid row, Poison e Def leppard; questi ultimi più per gli arrangiamenti che per altro.
Il platter è composto da tredici canzoni di altissimo livello emozionale e di intensità non da tutti. Ripeto sono stati in grado con queste tredici canzoni di riportare l’ascoltatore a fine anni ottanta, accompagnandolo per mano e riportandolo a quel periodo senza dover minimamente traumatizzarlo con registrazioni approssimate o riff già stra sentiti. Nota di precisione, sono dodici tracce, più la tredicesima che è una versione acustica di una delle dodici, fatta appositamente per il mercato nipponico.
Oggettivamente faccio molta fatica a trovare la-le canzoni che sono più rappresentative di altre o quelle che più spiccano dal cd, possiamo dire con tranquillità e senza alcuna falsa interpretazione, che questo Hollywood rocks è da considerarsi un insieme di singoli ben riusciti, in ongi caso se dovessi dare un’indicazione su quali potrebbero esserre le canzoni da ascoltare per avere un’idea di chi sono i wheels off ire direi: "You’re so cool" (che ricorda vagamente girls girls girls dei Motley crue forse per l’uso del rumore di moto), la title track "Hollywood rocks", "Everywhere I go", "I can’t live without you" e "Little prayer" (questa sia in versione “normale” che quella acustica).
Come ho detto in inizio recensione, album molto azzeccato, curato in ogni minimo dettaglio, senza alcuna sbavatura di sorta. Registrazioni ottime, arrangiamenti azzeccati, cori molto catchy e di rinforzo alla voce sempre ad un livello esecutivo molto alto. Interessanti anche le parti di pianoforte nelle ballads e nei passaggi più melodici. Batteria che ne soffoca ne resta in secondo piano, forse se si vuole a tutti i costi trovare il famoso “pelo nell’uovo” avrei dato un timbro diverso alla batteria e in "Everywhere I go" avrei evitato il finale con quel suono alla tastiera che e troppo “power metal” e che stona un filinino. Le chitarre e il basso chiudono il quadro con una bellissima “cornice” e che fa risaltare tutto al meglio. Di certo una bellissima colonna sonora per un viaggio lungo e/o per momenti teneri con la propria ragazza. Ovviamente è il top per i nostalgici del periodo Glam e AOR, ma non solo.
Acquisto consigliatissimo e azzeccato per tutti i palati, anche quelli non abituati a sonorità “heavy” o per chi è uso ascoltare solo metal estremo. Possiamo dire con tutta tranquillità che è un album per tutte le stagioni. Aggiungo un augurio per i Wheels of fire a continuare con questo modus operandi, ma con un’accortezza il rischio di cadere nel “già sentito” è dietro l’angolo specie con la scelta di genere come la loro. Attendiamo quindi il prossimo lavoro per avere la riprova di un percorso molto interessante per il gruppo.
VOTO: 85/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 10/10/11
GENERE: AOR
SITO WEB: http://www.wheels-of-fire.com/
RECENSORE: Alessandro Schumperlin