WILD COMPANY
Lie!
Fin dalla prima canzone (Wild Dream) possiamo percepire la potenza di questi ragazzi che, a differenza di molti altri gruppi, hanno la fortuna di essere guidati da Max, un cantante con una voce stupenda. E’ risaputo che la prima cosa che giunge all’orecchio dell’ascoltatore medio è la voce e quella dei Wild Company è così squisitamente cupa ed agghiacciante che crea un’atmosfera simile a quella dei Joy Division. E’ come se la voce dolce e liscia di Ian Curtis sia stata stuprata e resa molto più graffiante ed aggressiva. Il cantante, e autore dei testi, grazie alla sua dote canora, spinge l’intera band oltre ai confini nazionali; di sicuro non è un sound che ricorda il bel paese!
Molto interessante è il suono della batteria (sicuramente Wolf ha dato un grosso contributo alla realizzazione di quest’album), grazie alla quale l’intero cd sembra divenire una vera e propria bomba ad orologeria pronta a scoppiare e, cassa e rullo, rappresentano il ticchettio delle lancette. Anche il basso (Bae) e la chitarra (Trombe) si rivelano fondamentali per la conclusione di questo sound incredibilmente compatto e potente. Ci si accorge facilmente del suono della vecchia e cara Fender Telecaster, così ruvida e così grezza che ti lascia totalmente senza fiato.
L’insieme degli strumenti ha creato delle ottime canzoni, brevi ed intrinsecamente violente (in puro stile punk), carico di iconoclastia e menefreghismo anticonformista. Tornano subito in mente i Ramones, le cui ballad vengono trasformate in urla di battaglia da questi 4 ragazzi. L’unica canzone che risulta avere un sound differente è la numero 8 “Next door girl” che sembra essere più simile alla “Borstal Breakout” degli Sham 69 (e all’Oi! In generale) piuttosto che al classico e puro punk rock.
La tracklist è formata da 9 canzoni, tutte molto potenti, le migliori “Wild Dream”, “Lie!” (che dà il titolo all’album) e sicuramente DeSade in cui è presente il tema dell’erotismo (“Everytime I want sex”recita un verso della canzone) e si gioca con uno strano effetto vocalico che rende la traccia molto tetra.
In copertina troviamo un favoloso paradiso terrestre alla The Beach o Jurassic Park che però stona con il colore malinconico e le sonorità dell’album. Sì, si nota la presenza del “Wild”, del selvaggio, del naturale che viene ricordato nel nome, ma sarebbe più intonata un’immagine più scura e più fredda. Sicuramente renderebbe meglio l’idea. Comunque il risultato è un ottimo cd e speriamo che questi ragazzi possano presto avere successo. Con un biglietto da visita così il sarà piuttosto semplice!
VOTO: 4/5
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 05/06/11
GENERE: punl ‘n roll
SITO WEB: www.myspace.com/wildcompany
RECENSORE: Carlo Geromel
Lie!
Fin dalla prima canzone (Wild Dream) possiamo percepire la potenza di questi ragazzi che, a differenza di molti altri gruppi, hanno la fortuna di essere guidati da Max, un cantante con una voce stupenda. E’ risaputo che la prima cosa che giunge all’orecchio dell’ascoltatore medio è la voce e quella dei Wild Company è così squisitamente cupa ed agghiacciante che crea un’atmosfera simile a quella dei Joy Division. E’ come se la voce dolce e liscia di Ian Curtis sia stata stuprata e resa molto più graffiante ed aggressiva. Il cantante, e autore dei testi, grazie alla sua dote canora, spinge l’intera band oltre ai confini nazionali; di sicuro non è un sound che ricorda il bel paese!
Molto interessante è il suono della batteria (sicuramente Wolf ha dato un grosso contributo alla realizzazione di quest’album), grazie alla quale l’intero cd sembra divenire una vera e propria bomba ad orologeria pronta a scoppiare e, cassa e rullo, rappresentano il ticchettio delle lancette. Anche il basso (Bae) e la chitarra (Trombe) si rivelano fondamentali per la conclusione di questo sound incredibilmente compatto e potente. Ci si accorge facilmente del suono della vecchia e cara Fender Telecaster, così ruvida e così grezza che ti lascia totalmente senza fiato.
L’insieme degli strumenti ha creato delle ottime canzoni, brevi ed intrinsecamente violente (in puro stile punk), carico di iconoclastia e menefreghismo anticonformista. Tornano subito in mente i Ramones, le cui ballad vengono trasformate in urla di battaglia da questi 4 ragazzi. L’unica canzone che risulta avere un sound differente è la numero 8 “Next door girl” che sembra essere più simile alla “Borstal Breakout” degli Sham 69 (e all’Oi! In generale) piuttosto che al classico e puro punk rock.
La tracklist è formata da 9 canzoni, tutte molto potenti, le migliori “Wild Dream”, “Lie!” (che dà il titolo all’album) e sicuramente DeSade in cui è presente il tema dell’erotismo (“Everytime I want sex”recita un verso della canzone) e si gioca con uno strano effetto vocalico che rende la traccia molto tetra.
In copertina troviamo un favoloso paradiso terrestre alla The Beach o Jurassic Park che però stona con il colore malinconico e le sonorità dell’album. Sì, si nota la presenza del “Wild”, del selvaggio, del naturale che viene ricordato nel nome, ma sarebbe più intonata un’immagine più scura e più fredda. Sicuramente renderebbe meglio l’idea. Comunque il risultato è un ottimo cd e speriamo che questi ragazzi possano presto avere successo. Con un biglietto da visita così il sarà piuttosto semplice!
VOTO: 4/5
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 05/06/11
GENERE: punl ‘n roll
SITO WEB: www.myspace.com/wildcompany
RECENSORE: Carlo Geromel
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