CHAMBERLAIN
Relax, enjoy the crisis
Tracklist: Derdang / Superstition / Moon In June / 22 Butterflies / Sailing Soul / 23 Butterflies / Sparks / Not Here, Not There / Asteroid Blues
C’è della musica che ha il solo scopo di trasportarti, che con capacità ipnotiche ti lascia sul posto che occupi, ti svuota e ti porta altrove. Ecco dunque i Chamberlain, ensemble catanese attivo sin dal 2009 e che può già vantare un curriculum vitae di tutto rispetto. Il loro primo album, Relax, enjoy the crisis è uscito nell’ottobre dello scorso anno per la Lophophora Williams recordings. Particolare, visti i tempi che corrono, invitare il fruitore a rilassarsi e a godersi la crisi, di certo non è un pensiero che valuteremmo in maniera positiva in stato di lucidità. Ma dimenticate la lucidità se volete apprezzare questo lavoro, bisogna assumere semmai uno stato d’apertura, di inconsapevolezza, di passività, e la musica farà il resto. Tappeti ritmici sapientemente soppesati fanno da trama a quello che è un vero e proprio viaggio tra influenze musicali ricavabili entro un ampio spettro che va dall’immancabile psichedelia anni ’70 (nessun trip musicale degno di questo nome può esimersi dal recarne almeno una eco) fino al rock alternativo e indipendente più recente. La grande conquista per questi ragazzi è nelle atmosfere, l’intero disco è un conglomerato di momenti e impressioni evocative. Grande merito va al lavoro delle chitarre che in questo caso lavorano proprio come un pennello su una tela già solcata dall’abile lavoro ritmico già citato, lo stesso artwork di copertina rende bene l’idea di quale sia la chiave di lettura artistica del lavoro. Un fiore all’occhiello, a parere di chi scrive, è rappresentato dal trio consecutivo Superstition, Moon In June e 22 Butterflies: una sorta di funky angosciato e malato per cominciare, uno sguardo da un finestrino nel tepore che apre le porte all’estate per proseguire (da rilevare anche un gran lavoro nelle parti soliste), un ritorno su eco blues mesmeriche per chiudere; notevole di quest’ultimo pezzo anche il reprise dai tempi sommessi e rarefatti di 23 Butterflies. Ma forse il brano che davvero lascia qualcosa dentro è il conclusivo Asteroid Blues con i suoi fraseggi tra le due linee di chitarra connotate da tonalità cupe che esprimono come un vagabondare solitario, gettati e abbandonati in un contesto che non si è ben inquadrato ma che ci opprime. Il tutto prima di aprirsi in uno sviluppo più arioso, quasi di slancio verso un nuovo che è ignoto ma che rappresenta pur sempre qualcosa di più rispetto alla passività dello status in cui ci precipita la crisi. Forse è proprio questo il pezzo che meglio di tutti dovrebbe far comprendere il titolo dell’LP, la solitudine in cui ci sentiamo calati nella mareggiata della crisi (non solo economica) del contemporaneo e davanti a cui non possiamo far altro che rilassarci e lasciarci andare, cercando da qualche parte la corrente giusta che ci porti da qualche parte, da qualunque parte, purché non sia il torrente limaccioso in cui rischiamo di affogare da noi stessi. Ma questa è un’interpretazione personale.
In conclusione, il primo passo dei Chamberlain appare davvero mosso bene e c’è da augurarsi che i nostri continuino su questo sentiero. A voler proprio trovare una pecca sarebbe nel ruolo delle parti vocali che spesso appaiono più un compendio che un elemento di spicco entro l’intero lavoro. In generale appare poco duttile ed estremamente monocorde, nel contesto potrebbe anche starci ma il rischio è che l’ipnotismo onirico dei pezzi degeneri nel sonno vero e proprio. Di fatto si finisce coll’apprezzare le soluzioni strumentali più che quelle vocali. Non è un neo di poco conto, ma è certamente un aspetto su cui si può lavorare e ottenere risultati migliori. Tolto questo, restano tutte le buone impressioni che Relax, enjoy the crisis lascia dalla prima all’ultima nota.
VOTO: 75/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 16/05/12
GENERE: rock
SITO WEB: http://www.myspace.com/chamberlainct
RECENSORE: doc. NEMO
Relax, enjoy the crisis
Tracklist: Derdang / Superstition / Moon In June / 22 Butterflies / Sailing Soul / 23 Butterflies / Sparks / Not Here, Not There / Asteroid Blues
C’è della musica che ha il solo scopo di trasportarti, che con capacità ipnotiche ti lascia sul posto che occupi, ti svuota e ti porta altrove. Ecco dunque i Chamberlain, ensemble catanese attivo sin dal 2009 e che può già vantare un curriculum vitae di tutto rispetto. Il loro primo album, Relax, enjoy the crisis è uscito nell’ottobre dello scorso anno per la Lophophora Williams recordings. Particolare, visti i tempi che corrono, invitare il fruitore a rilassarsi e a godersi la crisi, di certo non è un pensiero che valuteremmo in maniera positiva in stato di lucidità. Ma dimenticate la lucidità se volete apprezzare questo lavoro, bisogna assumere semmai uno stato d’apertura, di inconsapevolezza, di passività, e la musica farà il resto. Tappeti ritmici sapientemente soppesati fanno da trama a quello che è un vero e proprio viaggio tra influenze musicali ricavabili entro un ampio spettro che va dall’immancabile psichedelia anni ’70 (nessun trip musicale degno di questo nome può esimersi dal recarne almeno una eco) fino al rock alternativo e indipendente più recente. La grande conquista per questi ragazzi è nelle atmosfere, l’intero disco è un conglomerato di momenti e impressioni evocative. Grande merito va al lavoro delle chitarre che in questo caso lavorano proprio come un pennello su una tela già solcata dall’abile lavoro ritmico già citato, lo stesso artwork di copertina rende bene l’idea di quale sia la chiave di lettura artistica del lavoro. Un fiore all’occhiello, a parere di chi scrive, è rappresentato dal trio consecutivo Superstition, Moon In June e 22 Butterflies: una sorta di funky angosciato e malato per cominciare, uno sguardo da un finestrino nel tepore che apre le porte all’estate per proseguire (da rilevare anche un gran lavoro nelle parti soliste), un ritorno su eco blues mesmeriche per chiudere; notevole di quest’ultimo pezzo anche il reprise dai tempi sommessi e rarefatti di 23 Butterflies. Ma forse il brano che davvero lascia qualcosa dentro è il conclusivo Asteroid Blues con i suoi fraseggi tra le due linee di chitarra connotate da tonalità cupe che esprimono come un vagabondare solitario, gettati e abbandonati in un contesto che non si è ben inquadrato ma che ci opprime. Il tutto prima di aprirsi in uno sviluppo più arioso, quasi di slancio verso un nuovo che è ignoto ma che rappresenta pur sempre qualcosa di più rispetto alla passività dello status in cui ci precipita la crisi. Forse è proprio questo il pezzo che meglio di tutti dovrebbe far comprendere il titolo dell’LP, la solitudine in cui ci sentiamo calati nella mareggiata della crisi (non solo economica) del contemporaneo e davanti a cui non possiamo far altro che rilassarci e lasciarci andare, cercando da qualche parte la corrente giusta che ci porti da qualche parte, da qualunque parte, purché non sia il torrente limaccioso in cui rischiamo di affogare da noi stessi. Ma questa è un’interpretazione personale.
In conclusione, il primo passo dei Chamberlain appare davvero mosso bene e c’è da augurarsi che i nostri continuino su questo sentiero. A voler proprio trovare una pecca sarebbe nel ruolo delle parti vocali che spesso appaiono più un compendio che un elemento di spicco entro l’intero lavoro. In generale appare poco duttile ed estremamente monocorde, nel contesto potrebbe anche starci ma il rischio è che l’ipnotismo onirico dei pezzi degeneri nel sonno vero e proprio. Di fatto si finisce coll’apprezzare le soluzioni strumentali più che quelle vocali. Non è un neo di poco conto, ma è certamente un aspetto su cui si può lavorare e ottenere risultati migliori. Tolto questo, restano tutte le buone impressioni che Relax, enjoy the crisis lascia dalla prima all’ultima nota.
VOTO: 75/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 16/05/12
GENERE: rock
SITO WEB: http://www.myspace.com/chamberlainct
RECENSORE: doc. NEMO