ECO DEL BARATRO
Caro Estinto
Gli Eco del Baratro, band giovane che risiede in Trentino Alto Adige, apre la sua carriera con un album completo e complesso. Stanno cercando, da un annetto a questa parte, di promuoversi con questo "Caro Estinto", uscito ufficialmente nell'estate del 2010.
La band trentina (formata da Stefano Nicolini alla chitarra e voce, Francesco Armani basso e voce e Dennis Valenti alla batteria) propone un rock particolare, un melting pot di sonorità partendo dai primissimi Litfiba (per capirci il periodo di Eneide di Crypton) con sonorità dei Diaframma e dei CCCP fedeli alla linea, con un più “moderno” grunge e l’ormai strautilizzato “alternative rock”. Che sia chiaro che in questi pezzi non si trova un quid di banale o di già visto, purtroppo però siamo arrivati al punto in cui viente tutto categorizzato in modo sbrigativo come “alternative rock” ecco perché dico strausato.
Questa serie di influenze le si sentono sia nella voce principale, che riprende moltissimo Piero Pelù come vocalizzi e come capacità interpretativa ed emozionale, che nella parte di testi al cui interno troviamo il dark wave italico e il post punk di Diaframma e CCCP. Inoltre i testi sembrano a tratti tipici di un cantautore per la cura e la poesia che viene inserita. Per la parte compositiva il trio si “aggira” nelle stesse tipologie stilistiche dei gruppi sopracitati, facendo un buon lavoro per essere un’autoproduzione ma speriamo che nel prossimo futuro possano avvalersi di tecnologie superiori o di più tempo da dedicare alla postproduzione ed al mastering, perché sono convinto che i numeri ci siano e sarebbe ottimale far valere al meglio le capacità che il trio ha al suo inteerno. Inoltre, sempre a livello vocale, trovo comunque non sempre convincente la seconda voce o che crei una dissonanza non voluta e stucchevole per chi ascolta rispetto alla voce principale.
La band ha tutte le carte in regola per emergere, ma consiglio vivamente di spendere qualche prova in più prima di entrare in sala di registrazione (per il prossimo futuro ovvio) in modo da rendere più scorrevoli i nuovi pezzi. Nel senso che in più di un’occasione ci sono stati degli “stop and go” all’interno delle canzoni che lasciano l’amaro in bocca a chi ascolta. L’esempio lampante di ciò è "Assalto alla Baionetta"; escludendo quella traccia direi che i punti più alti che ho trovato nel cd sono:
"Ballo Selvatico", "La Spia Lampeggia la riserva non perdona", "All'altezza dello Sterno", "Ti Ascolto" e “Due per due cinque”.
Forse qualche accuratezza in più, come dicevo prima, sulla parte compositiva (per evitare che ci siano sbalzi strani di pathos) e qualche minuto in più per la postproduzione non avrebbe fatto male, ma per essere il primo album(e prima uscita) del gruppo direi che questo "Caro Estinto" è un buonissimo biglietto da visita per il mercato italiano e per la scena rock Italica.
Mi sento di aggiungere che i ragazzi hanno dimostrato buonissimi presupposti per darci grandi soddisfazioni nel prossimo futuro. Sarebbe logico dare supporto alla band ed al loro cd, acquistatelo se siete appassionati di rock fatto bene e che ha una certa introspezione emotiva.
VOTO: 68/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 22/05/12
GENERE: alternative rock
SITO WEB: http://www.facebook.com/pages/Eco-del-Baratro/214113202010614
RECENSORE: Alessandro Schumperlin
Caro Estinto
Gli Eco del Baratro, band giovane che risiede in Trentino Alto Adige, apre la sua carriera con un album completo e complesso. Stanno cercando, da un annetto a questa parte, di promuoversi con questo "Caro Estinto", uscito ufficialmente nell'estate del 2010.
La band trentina (formata da Stefano Nicolini alla chitarra e voce, Francesco Armani basso e voce e Dennis Valenti alla batteria) propone un rock particolare, un melting pot di sonorità partendo dai primissimi Litfiba (per capirci il periodo di Eneide di Crypton) con sonorità dei Diaframma e dei CCCP fedeli alla linea, con un più “moderno” grunge e l’ormai strautilizzato “alternative rock”. Che sia chiaro che in questi pezzi non si trova un quid di banale o di già visto, purtroppo però siamo arrivati al punto in cui viente tutto categorizzato in modo sbrigativo come “alternative rock” ecco perché dico strausato.
Questa serie di influenze le si sentono sia nella voce principale, che riprende moltissimo Piero Pelù come vocalizzi e come capacità interpretativa ed emozionale, che nella parte di testi al cui interno troviamo il dark wave italico e il post punk di Diaframma e CCCP. Inoltre i testi sembrano a tratti tipici di un cantautore per la cura e la poesia che viene inserita. Per la parte compositiva il trio si “aggira” nelle stesse tipologie stilistiche dei gruppi sopracitati, facendo un buon lavoro per essere un’autoproduzione ma speriamo che nel prossimo futuro possano avvalersi di tecnologie superiori o di più tempo da dedicare alla postproduzione ed al mastering, perché sono convinto che i numeri ci siano e sarebbe ottimale far valere al meglio le capacità che il trio ha al suo inteerno. Inoltre, sempre a livello vocale, trovo comunque non sempre convincente la seconda voce o che crei una dissonanza non voluta e stucchevole per chi ascolta rispetto alla voce principale.
La band ha tutte le carte in regola per emergere, ma consiglio vivamente di spendere qualche prova in più prima di entrare in sala di registrazione (per il prossimo futuro ovvio) in modo da rendere più scorrevoli i nuovi pezzi. Nel senso che in più di un’occasione ci sono stati degli “stop and go” all’interno delle canzoni che lasciano l’amaro in bocca a chi ascolta. L’esempio lampante di ciò è "Assalto alla Baionetta"; escludendo quella traccia direi che i punti più alti che ho trovato nel cd sono:
"Ballo Selvatico", "La Spia Lampeggia la riserva non perdona", "All'altezza dello Sterno", "Ti Ascolto" e “Due per due cinque”.
Forse qualche accuratezza in più, come dicevo prima, sulla parte compositiva (per evitare che ci siano sbalzi strani di pathos) e qualche minuto in più per la postproduzione non avrebbe fatto male, ma per essere il primo album(e prima uscita) del gruppo direi che questo "Caro Estinto" è un buonissimo biglietto da visita per il mercato italiano e per la scena rock Italica.
Mi sento di aggiungere che i ragazzi hanno dimostrato buonissimi presupposti per darci grandi soddisfazioni nel prossimo futuro. Sarebbe logico dare supporto alla band ed al loro cd, acquistatelo se siete appassionati di rock fatto bene e che ha una certa introspezione emotiva.
VOTO: 68/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 22/05/12
GENERE: alternative rock
SITO WEB: http://www.facebook.com/pages/Eco-del-Baratro/214113202010614
RECENSORE: Alessandro Schumperlin