LE HIBOU
Scrivere il cielo
Una miscela di sensazioni e visioni che si radunano magnificamente dentro un contenitore spaziale dal carattere poetico ed elegante. Al primo ascolto il Rock colto e 'progressista' dei Calabresi LE HIBOU ha veramente un effetto psichedelico, particolarmente riscontrabile nella terza traccia del cd, 'Primo Movimento', di Barrettiana memoria. Stilisticamente vengono recuperati dei suoni e delle strutture tipicamente Progressive anni '70, con l'aggiunta del fedele compagno 'sintetizzatore', che dona ai brani piacevoli escursioni Space Rock (si ascolti la titletrack per credere..). I testi, frutto di un amichevole collaborazione con l'autore Renato Spaventa , risultano di pregevole rifinitura, non cadono mai nel banale e hanno il potere di guidare il sound della band verso un traguardo completo, che l'ascoltatore si sofferma ad osservare come fosse un quadro rinascimentale. Interessante è anche il calore tipicamente Seventies che la produzione dell'album scaturisce: una scelta di suoni e di arrangiamenti di natura semplice e molto musicale, resi notevoli dalla comunque discrete capacità del quartetto, in cui spicca la bella voce di Azzurra Suraci (tastiere), che divide il ruolo con l'altrettanto valido Simone Napolitano (chitarra). Se è vero che il Progressive Rock è stata una tendenza musicale degli anni '70 è altrettanto vero che oggi, a ben 40 anni di distanza, rimane ancora una musica vera e passionale come poche. Da tenere d'occhio.
VOTO: 90/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 26/08/11
GENERE: progressive/psichedelia
SITO WEB: www.myspace.com/lehibou
RECENSORE: Cristiano Poli
Scrivere il cielo
Una miscela di sensazioni e visioni che si radunano magnificamente dentro un contenitore spaziale dal carattere poetico ed elegante. Al primo ascolto il Rock colto e 'progressista' dei Calabresi LE HIBOU ha veramente un effetto psichedelico, particolarmente riscontrabile nella terza traccia del cd, 'Primo Movimento', di Barrettiana memoria. Stilisticamente vengono recuperati dei suoni e delle strutture tipicamente Progressive anni '70, con l'aggiunta del fedele compagno 'sintetizzatore', che dona ai brani piacevoli escursioni Space Rock (si ascolti la titletrack per credere..). I testi, frutto di un amichevole collaborazione con l'autore Renato Spaventa , risultano di pregevole rifinitura, non cadono mai nel banale e hanno il potere di guidare il sound della band verso un traguardo completo, che l'ascoltatore si sofferma ad osservare come fosse un quadro rinascimentale. Interessante è anche il calore tipicamente Seventies che la produzione dell'album scaturisce: una scelta di suoni e di arrangiamenti di natura semplice e molto musicale, resi notevoli dalla comunque discrete capacità del quartetto, in cui spicca la bella voce di Azzurra Suraci (tastiere), che divide il ruolo con l'altrettanto valido Simone Napolitano (chitarra). Se è vero che il Progressive Rock è stata una tendenza musicale degli anni '70 è altrettanto vero che oggi, a ben 40 anni di distanza, rimane ancora una musica vera e passionale come poche. Da tenere d'occhio.
VOTO: 90/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 26/08/11
GENERE: progressive/psichedelia
SITO WEB: www.myspace.com/lehibou
RECENSORE: Cristiano Poli
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