UndergroundZine WEBZINE
SEGUICI
  • Home
  • Franzine
  • News
  • Compilation
    • Selezioni Compilation
    • UZ COMPILATION
    • SAMPLER REVIEW
    • REGIONALI
    • FULL BAND vs POWER DUO
  • Album Free
  • Archivio Bands
    • TRENTINO ALTO ADIGE
    • LOMBARDIA
    • VENETO
    • FRIULI VENEZIA GIULIA
    • PIEMONTE
    • VALLE D'AOSTA
    • LIGURIA
    • EMILIA ROMAGNA
    • TOSCANA
    • UMBRIA
    • MARCHE
    • LAZIO
    • ABRUZZO
    • MOLISE
    • CAMPANIA
    • PUGLIA
    • BASILICATA
    • CALABRIA
    • SICILIA
    • SARDEGNA
    • BAND E PROGETTI A DISTANZA
  • Contatti/Staff
  • Archivio Recensioni
    • Metal
    • Rock
    • Punk
    • Interviste
  • COLLABORA CON NOI

ORANGE LEM - david is a narcoleptic man

4/11/2011

0 Commenti

 
Picture
ORANGE LEM
David is a narcoleptic man


Dopo un percorso di cinque anni caratterizzato da partecipazioni a numerosi festival italiani e la pubblicazione di tre EP, gli ORANGE Lem arrivano con la giusta maturità al loro primo album "David is a narcoleptic man".

La band di Pesaro nel 2007, soltanto a metà della strada che li ha portati fin qui, fu nominata band dell'anno dalla rivista inglese The British Sound nella sezione internazionale, nonostante allora denotasse ancora degli approcci piuttosto derivativi (brit-pop, Belle and Sebastian) come normale che fosse. Oggi piuttosto quelle influenze si trasformano in qualcosa di personale, siamo in presenza di melodie genuine, ma modellate in maniera eclettica, poco prevedibile. La voce franca e limpida di Marco Braga può danzare ora tra elementi new wave (tutta l'architettura di "The House of Sleep") ora su nostalgici richiami al synthpop classico (la cover "Fade to Grey" dei Visage) senza che questi snaturino l'album da un complessivo disegno pop.

Eclettismo dicevamo, l'uomo narcolettico è il regista (artista, sceneggiatore, produttore, musicista...) David Lynch. Forse sta proprio qui la scelta che, offrendo un ampio spazio narrativo, permette agli ORANGE Lem d'entrare ed uscire da un'idea, ingarbugliare le trame a proprio piacimento oppure interromperle bruscamente una volta giunte all'acme ("Hvalba") come fossero dei sogni. Ad avvalorare la tesi onirica ci pensano poi le tastiere dream che pervadono le nove storie raccontate (dieci con la ghost track).
Da segnalare con decisione l'electropop di "Jackie Kennedy" che da un motivo orecchiabile sfocia curiosamente in un mood cupo e fumoso, nonchè "Geometric Woman" (di cui hanno realizzato un videoclip per la regia di Mauro John Capece), breve ed intenso vortice catchy già presente nel precedente EP "The Elegant - Special Japan Version".
Eterogeneo ma compatto, l'album nella sua durata complessiva (poco più di mezz'ora) scorre leggero e armonioso ma suona allo stesso tempo abbastanza elaborato, di certo conferma e impone gli ORANGE Lem come una delle giovani band nostrane più interessanti in circolazione.

PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 12/04/11
GENERE: indie
SITO WEB: www.myspace.com/orangelem 
 RECENSORE: Luca Sisto


This is your new blog post. Click here and start typing, or drag in elements from the top bar.
0 Commenti



Lascia una risposta.

    Author

    Write something about yourself. No need to be fancy, just an overview.

    Archives

    Giugno 2012
    Maggio 2012
    Aprile 2012
    Marzo 2012
    Febbraio 2012
    Gennaio 2012
    Dicembre 2011
    Novembre 2011
    Ottobre 2011
    Settembre 2011
    Agosto 2011
    Luglio 2011
    Giugno 2011
    Maggio 2011
    Aprile 2011
    Marzo 2011

    Categories

    Tutto

    Feed RSS

Fornito da Crea il tuo sito web unico con modelli personalizzabili.