RHUMORNERO
Il cimitero dei semplici
Tracklist: Ouverture / Ho Perso La Direzione / Schiavi Moderni / La Condanna / Vita Da Cani / L’ incanto / Sangue Del Tuo Sangue / Luca Dice Che Si Ammazzerà / I Giorni Del Delirio / La Papessa / Il Cimitero Dei Semplici.
Fa piacere scoprire un gruppo come i RHumornero. Da quando ho iniziato a recensire su questa ‘zine mi son capitati per le mani lavori e prodotti provenienti per lo più dall’area alternative rock nostrana, quello che ho notato e rilevato a più riprese era che mancava una traccia davvero personale in molti. Tra le difficoltà nell’affrancarsi da un sound per certi versi codificato (Verdena, Marlene Kuntz, Afterhours, etc. etc.), nello sposare rock nostrano con influenze straniere che non lo delegittimassero nella sua specificità, nel cercare una via che potesse essere spendibile ma non svenduta, le prospettive sembravano davvero povere salvo rare eccezioni. I RHumornero rappresentano una di queste eccezioni, forse la più interessante in cui mi sia imbattuto sin’ora.
Miei conterranei toscani (anche questo fa piacere, nonostante pisani), i nostri sono un quartetto attivo dal 2005 che annovera tra le sue fila individualità provenienti da esperienze musicali di un certo peso tra cui, per citarne alcune, Prozac+, Sic Tamburo e DeathSS. Come si potrà intuire, il sound che ne risulta è un’ amalgama di alternative rock nostrano, dark, pop con echi melodici e sconfinate in territori di rock e metal più grezzi. Il loro Il Cimitero Dei Semplici è il secondo LP ed è uscito per la Venus nell’ottobre scorso. Si tratta, come sottolineato dalla presentazione che allegano, di un «disco di disillusioni, di sogni mancati, di realtà che cadono come macigni nel nostro presente e che ci portano senza mezze misure di fronte alle nostre ossessioni più nascoste». Sempre nella presentazione viene precisato che il disco è diviso in due parti, l’una rivolta verso l’esterno, verso il mondo decadente e privo di futuro che abbiamo di fronte, e l’altra rivolta verso l’interno, l’intimo, le nostre vite e relazioni. Il loro approccio alle liriche è profondamente vivido eppure surreale, evocativo eppure cupo, per certi versi teatrale e drammaturgico, per altri umoristico (uno humor nero, come suggerisce il moniker stesso) ed espressionistico. I momenti e le atmosfere sono accavallati con perizia e con grande cura, il concept non conosce punti fermi ma solo tappe da cui ci si può ricollegare agli altri capitoli del disco in ogni momento. Dolci ballate melanconiche e tetre come L’incanto e la conclusiva e commovente title track si accostano a riff ossessivi e ritmiche granitiche come Ho Perso La Direzione (uno dei momenti migliori di tutto il lavoro) e Schiavi Moderni, fino a incontrarsi in sorte di midtempo psichedelici come I Giorni Del Delirio, La Papessa e La Condanna. Più “in linea” con certo alternative a cui siamo più abituati sono Vita Da Cani (ci sento molto un’impronta de I Ministri) e Luca Dice Che Si Ammazzerà. Fare una lista così ha però poco senso, piuttosto è bello poter sottolineare che l’equilibrio trovato tra sound alternativo e commerciale convince e non danneggi né l’una né l’altra componente: sconfinando in sound rock o metal più rudi non si perde l’orecchiabilità, allo stesso tempo nel concedersi a soluzioni più spendibili non si lascia da parte il sostrato rock più puro. Questa formula potrebbe essere finalmente una valida alternativa a una scena alternative italiana che rischia di saturarsi arrestandosi nella fotocopia di sé stessa. La tradizione resta ma si “sprovincializza” aprendosi più decisamente ad altri apporti (dark, stoner e metal su tutti), può dunque mettere d’accordo gusti più estremi e intransigenti con gusti più commerciali. Un prodotto personale, fresco e ricco di potenziale. Non possiamo che sperare che si prosegua su questa strada, auspicando che venga premiata.
VOTO: 90/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 12/02/12
GENERE: alternativo/rock
SITO WEB: www.myspace.com/rhumornero
RECENSORE: doc. NEMO
Il cimitero dei semplici
Tracklist: Ouverture / Ho Perso La Direzione / Schiavi Moderni / La Condanna / Vita Da Cani / L’ incanto / Sangue Del Tuo Sangue / Luca Dice Che Si Ammazzerà / I Giorni Del Delirio / La Papessa / Il Cimitero Dei Semplici.
Fa piacere scoprire un gruppo come i RHumornero. Da quando ho iniziato a recensire su questa ‘zine mi son capitati per le mani lavori e prodotti provenienti per lo più dall’area alternative rock nostrana, quello che ho notato e rilevato a più riprese era che mancava una traccia davvero personale in molti. Tra le difficoltà nell’affrancarsi da un sound per certi versi codificato (Verdena, Marlene Kuntz, Afterhours, etc. etc.), nello sposare rock nostrano con influenze straniere che non lo delegittimassero nella sua specificità, nel cercare una via che potesse essere spendibile ma non svenduta, le prospettive sembravano davvero povere salvo rare eccezioni. I RHumornero rappresentano una di queste eccezioni, forse la più interessante in cui mi sia imbattuto sin’ora.
Miei conterranei toscani (anche questo fa piacere, nonostante pisani), i nostri sono un quartetto attivo dal 2005 che annovera tra le sue fila individualità provenienti da esperienze musicali di un certo peso tra cui, per citarne alcune, Prozac+, Sic Tamburo e DeathSS. Come si potrà intuire, il sound che ne risulta è un’ amalgama di alternative rock nostrano, dark, pop con echi melodici e sconfinate in territori di rock e metal più grezzi. Il loro Il Cimitero Dei Semplici è il secondo LP ed è uscito per la Venus nell’ottobre scorso. Si tratta, come sottolineato dalla presentazione che allegano, di un «disco di disillusioni, di sogni mancati, di realtà che cadono come macigni nel nostro presente e che ci portano senza mezze misure di fronte alle nostre ossessioni più nascoste». Sempre nella presentazione viene precisato che il disco è diviso in due parti, l’una rivolta verso l’esterno, verso il mondo decadente e privo di futuro che abbiamo di fronte, e l’altra rivolta verso l’interno, l’intimo, le nostre vite e relazioni. Il loro approccio alle liriche è profondamente vivido eppure surreale, evocativo eppure cupo, per certi versi teatrale e drammaturgico, per altri umoristico (uno humor nero, come suggerisce il moniker stesso) ed espressionistico. I momenti e le atmosfere sono accavallati con perizia e con grande cura, il concept non conosce punti fermi ma solo tappe da cui ci si può ricollegare agli altri capitoli del disco in ogni momento. Dolci ballate melanconiche e tetre come L’incanto e la conclusiva e commovente title track si accostano a riff ossessivi e ritmiche granitiche come Ho Perso La Direzione (uno dei momenti migliori di tutto il lavoro) e Schiavi Moderni, fino a incontrarsi in sorte di midtempo psichedelici come I Giorni Del Delirio, La Papessa e La Condanna. Più “in linea” con certo alternative a cui siamo più abituati sono Vita Da Cani (ci sento molto un’impronta de I Ministri) e Luca Dice Che Si Ammazzerà. Fare una lista così ha però poco senso, piuttosto è bello poter sottolineare che l’equilibrio trovato tra sound alternativo e commerciale convince e non danneggi né l’una né l’altra componente: sconfinando in sound rock o metal più rudi non si perde l’orecchiabilità, allo stesso tempo nel concedersi a soluzioni più spendibili non si lascia da parte il sostrato rock più puro. Questa formula potrebbe essere finalmente una valida alternativa a una scena alternative italiana che rischia di saturarsi arrestandosi nella fotocopia di sé stessa. La tradizione resta ma si “sprovincializza” aprendosi più decisamente ad altri apporti (dark, stoner e metal su tutti), può dunque mettere d’accordo gusti più estremi e intransigenti con gusti più commerciali. Un prodotto personale, fresco e ricco di potenziale. Non possiamo che sperare che si prosegua su questa strada, auspicando che venga premiata.
VOTO: 90/100
PUBBLICAZIONE RECENSIONE: 12/02/12
GENERE: alternativo/rock
SITO WEB: www.myspace.com/rhumornero
RECENSORE: doc. NEMO